PORDENONE Ristrutturazioni forzate, necessità fisiche improvvise mentre si è in casa d'altri, presunte fughe di gas e non solo: l'epoca del Covid-19 affina...
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DINAMICHE
In verità, nulla viene lasciato al caso. «Non so se ciò che ho vissuto faccia parte di questa offensiva oppure no, ma di certo era un imbroglio - confida un parroco del Sanvitese, non più giovane ma sempre svelto di pensiero -. Da me si sono presentati in due. Erano ben vestiti, in giacca e cravatta, nonostante il caldo. Avevano una cartelletta piena di moduli, per altro facilmente scaricabili da Internet. In maniera molto garbata mi hanno chiesto se fossi interessato a definire un contratto di ristrutturazione per i locali, visti i tanti incentivi già previsti e quelli possibili nell'immediato futuro, oppure a un prestito. Ho dato una veloce occhiata ai documenti, non meno di 40 fogli. L'ho fatto giusto per non essere brusco, data la veste che indosso». Poi l'inghippo. «Mentre leggevo, uno dei due mi ha chiesto se poteva accedere ai servizi igienici della canonica - sorride -. A quel punto ho capito tutto, visto che in paese questo espediente aveva già causato danni agli anziani, e li ho messi velocemente alla porta».
DORATORI
In precedenza, sempre ai danni dei preti, erano state messe in atto altre strategie truffaldine. C'è stato chi ha proposto di garantire l'opera di sanificazione delle chiese e chi il servizio telematico, per non parlare di chi si è dichiarato disponibile a tenere il conto economico delle Unità pastorali o a concedere dei prestiti a tasso super-agevolato. Tre anni fa c'erano stati i falsi doratori e argentieri, interessati invece a mettere le mani sugli arredi sacri di maggior valore.
MONITO
Così don Simone Toffolon, l'incaricato diocesano per la cura dei beni ecclesiastici, fa chiarezza con una lettera indirizzata ai parroci e ai rettori delle chiese di Concordia-Pordenone. «So che molti di voi hanno ricevuto proposte di collaborazioni professionali, in questo caso per far svolgere interventi sulle coperture delle chiese, da accordarsi in termini di gratuità - segnala -. Ebbene: in seguito a una serie di accurate indagini realizzate in sinergia con gli uffici dei beni culturali delle Diocesi vicine alla nostra, invito tutti a non lasciarsi affascinare. Non solo: chiedo pure dinon avviate alcun tipo di dialogo professionale, nemmeno a titolo sperimentale, in questo settore».
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Il Gazzettino