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ROVIGO - La ripresa dell'economia della provincia, dopo i due difficili anni segnati dall'emergenza sanitaria, mostra tassi di crescita leggermente superiori rispetto alle altre province del Veneto. L'export tiene e soffre, secondo i dati rilevati nel primo trimestre del 2022, in misura inferiore rispetto ad altri territori del contraccolpo inferto dalla guerra in Ucraina. L'occasione per discutere del futuro dell'economia polesana è stata data dal convegno Il Polesine nel Veneto, quale sviluppo per una nuova identità, organizzato da Confartigianato, ospitato dalla Camera di commercio. Per poter tratteggiare una prospettiva verso il futuro, Confartigianato ha commissionato alla Cgia di Mestre lo studio Provincia di Rovigo: a che punto siamo? La situazione economica territoriale in raffronto con il Veneto. Nordest, possibili scenari futuri presentato dal segretario generale della stessa Cgia Renato Mason e dal ricercatore Daniele Nicolai. Il quadro emerso è timidamente confortante: i due anni di pandemia hanno inciso notevolmente, ma in misura inferiore rispetto alle altre province del Veneto se si considera il valore aggiunto, ossia il Pil al netto delle imposte indirette. In particolare per questo dato, per il quale i consumi delle famiglie pesano per il 77%, ne è stato analizzato il valore a partire dal 2007, «ultimo anno felice - lo ha definito Mason - prima della crisi internazionale del 2008».
Il Pil è in salita
Alla vigilia dell'avvento del Covid,la provincia era ancora lontana di 12 punti (meno 11,7% per a precisione) dagli apici del 2007. Il 2020 si è poi caratterizzato per un crollo verticale del valore aggiunto territoriale del 13%, con una flessione nettissima e peggiore del risultato regionale che si attesta intorno al meno 9,5%. Nel 2021, invece, la ripresa: il valore aggiunto ha subìto un rimbalzo del 7% e la crescita prevista nel biennio 2022-2023 si attesta su tassi leggermente superiori al contesto regionale.
Perse tremila imprese
Per quanto riguarda l'export, Rovigo è la provincia che concorre di meno alle esportazioni venete. Tuttavia la propensione all'export di Rovigo è superiore rispetto alla provincia di Venezia. L'export polesano è in linea con i livelli del 2019, ma rispetto al 2020, anno guidato da un boom di prodotti farmaceutici, si evince un forte rallentamento. Infine, l'ultimo dato significativo dello studio riguarda la desertificazione imprenditoriale: più di tremila sedi di imprese sono state perse in meno in 12 anni (meno 11,5%). Ancor più preoccupante il riferimento a due anni fa: rispetto al 2019, prima dell'avvento del Covid, alla fine del 2021 il Polesine contava quasi 700 imprese in meno per una flessione pari al 3% circa, contro appena un meno 0,6% a livello regionale.
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