La produzione torna a crescere dopo il Covid: il Polesine mostra i tassi di crescita migliori del Veneto

Giovedì 23 Giugno 2022 di Elisa Barion
La produzione ricomincia a crescere

ROVIGO - La ripresa dell'economia della provincia, dopo i due difficili anni segnati dall'emergenza sanitaria, mostra tassi di crescita leggermente superiori rispetto alle altre province del Veneto. L'export tiene e soffre, secondo i dati rilevati nel primo trimestre del 2022, in misura inferiore rispetto ad altri territori del contraccolpo inferto dalla guerra in Ucraina.

L'occasione per discutere del futuro dell'economia polesana è stata data dal convegno Il Polesine nel Veneto, quale sviluppo per una nuova identità, organizzato da Confartigianato, ospitato dalla Camera di commercio. Per poter tratteggiare una prospettiva verso il futuro, Confartigianato ha commissionato alla Cgia di Mestre lo studio Provincia di Rovigo: a che punto siamo? La situazione economica territoriale in raffronto con il Veneto. Nordest, possibili scenari futuri presentato dal segretario generale della stessa Cgia Renato Mason e dal ricercatore Daniele Nicolai. Il quadro emerso è timidamente confortante: i due anni di pandemia hanno inciso notevolmente, ma in misura inferiore rispetto alle altre province del Veneto se si considera il valore aggiunto, ossia il Pil al netto delle imposte indirette. In particolare per questo dato, per il quale i consumi delle famiglie pesano per il 77%, ne è stato analizzato il valore a partire dal 2007, «ultimo anno felice - lo ha definito Mason - prima della crisi internazionale del 2008».

Il Pil è in salita

Alla vigilia dell'avvento del Covid,la provincia era ancora lontana di 12 punti (meno 11,7% per a precisione) dagli apici del 2007. Il 2020 si è poi caratterizzato per un crollo verticale del valore aggiunto territoriale del 13%, con una flessione nettissima e peggiore del risultato regionale che si attesta intorno al meno 9,5%. Nel 2021, invece, la ripresa: il valore aggiunto ha subìto un rimbalzo del 7% e la crescita prevista nel biennio 2022-2023 si attesta su tassi leggermente superiori al contesto regionale. Entrando ancora più nel dettaglio del valore aggiunto rispetto ai singoli settori economici, lo studio evidenzia come sul gap del meno 11,7% registrato alla vigilia del Covid, incidano tuttavia delle grandissime differenze settoriali: il settore costruzioni ha registrato un meno 44,5%, l'industria meno 20,1%, l'agricoltura meno 22,4% e servizi meno 2,1%. Nel 2020 si è acuita la crisi per industria (meno 16,8%) e costruzioni (meno 7,2%) che però hanno rimbalzato nel 2021 con l'industria che ha segnato un più 11,6% e le costruzioni più 23,6%. Le previsioni per il 2022 sono ancora molto positive per le costruzioni (più 9,4%) mentre l'industria, con il suo più 0,2% mostra dinamiche piatte e i sevizi (più 2,6%) faticheranno a tornare sopra i livelli pre Covid per i deboli consumi. E a proposito di consumi, come detto in Polesine pesano per il 77% sul valore aggiunto: una cifra molto più alta della media veneta, pari al il 62%, e nazionale, pari al 66%. Nel 2020 i consumi delle famiglie polesane sono crollati del 14,2% recuperando meno di 4 punti percentuali nel 2021. Con i tassi di crescita previsti per i prossimi anni il ritorno ai livelli pre Covid è lontano nel tempo con prospettive preoccupanti per chi di consumi vive, come piccole imprese, commercio e botteghe artigiane.

Perse tremila imprese

Per quanto riguarda l'export, Rovigo è la provincia che concorre di meno alle esportazioni venete. Tuttavia la propensione all'export di Rovigo è superiore rispetto alla provincia di Venezia. L'export polesano è in linea con i livelli del 2019, ma rispetto al 2020, anno guidato da un boom di prodotti farmaceutici, si evince un forte rallentamento. Infine, l'ultimo dato significativo dello studio riguarda la desertificazione imprenditoriale: più di tremila sedi di imprese sono state perse in meno in 12 anni (meno 11,5%). Ancor più preoccupante il riferimento a due anni fa: rispetto al 2019, prima dell'avvento del Covid, alla fine del 2021 il Polesine contava quasi 700 imprese in meno per una flessione pari al 3% circa, contro appena un meno 0,6% a livello regionale.

Ultimo aggiornamento: 24 Giugno, 10:30 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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