Alla ricerca della (terza) colonna perduta, invece spunta il Bucintoro

Alla ricerca della (terza) colonna perduta, invece spunta il Bucintoro
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VENEZIA - «Mi auguro che trovino qualcosa. Noi nel 1985 abbiamo cercato a lungo con gli strumenti più moderni di allora, inventati da Harold Doc Edgerton, ingegnere, docente al Mit, il padre del flash elettronico, uno che ha anche cercato con Cousteau nel lago di Loch Ness; venne chiamato a fotografare la prima esplosione nucleare a Los Alamos; meritava un Nobel. Non abbiamo trovato niente, Anzi...».

Antonio (Angi) Stefanon per decenni docente di oceanografia a Venezia, responsabile del settore geologico alla prima spedizione italiana al Polo Sud, il padre scientifico delle Tegnue di Chioggia - estrae dal suo archivio le foto di tre uomini in barca, davanti al bacino San Marco: il professore americano, lui e il gondoliere.
Trovato qualcosa?
«Avevo raccontato la storia della terza colonna caduta ad Edgerton, amico di vecchia data, che usava alcuni esempi di mie registrazioni per far conoscere le superbe qualità del suo boomer Uniboom. Un giorno arrivò a Venezia con un ecografo di profondità modificato per la ricerca della terza colonna. Lui aveva già trovato tantissime cose cercando sul fondo marino».
Cosa c'era sotto?
«Abbiamo usato una gondola per non dare troppo nell'occhio. La vede lì sulla carta quella massa? E' lunica cosa importante che lo strumento ha segnalato: qualcosa di duro che affiorava 50-100 centimetri. E' un oggetto solido, fornisce un disturbo acustico. Si è lasciato fotografare».
La colonna?
«Mah, è roba dura, relativamente grande e fa una macchia scura a indicare che è sedimento diverso. Il nostro ecografo dice che quell'oggetto si trova proprio davanti a Palazzo Ducale, e potrebbero essere i resti del Bucintoro, fatto bruciare da Napoleone per ricavarne l'oro, lo scafo usato come chiatta per cannoni, e si sa che è affondato».

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Il Gazzettino