Tutti in fuga da Belluno. I residenti aumentano a Trento e Bolzano

Tutti in fuga da Belluno. I residenti aumentano a Trento e Bolzano
BELLUNO - Tra il 2011 e il 2017 nelle zone montane del Triveneto si sono evidenziate due dinamiche demografiche opposte: se le province di Trento e Bolzano hanno registrato un...

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BELLUNO - Tra il 2011 e il 2017 nelle zone montane del Triveneto si sono evidenziate due dinamiche demografiche opposte: se le province di Trento e Bolzano hanno registrato un aumento dei residenti (+3,7 punti percentuali) quelle venete hanno subito una flessione. L'ennesimo allarme questa volta emerge da uno studio comparato che mette in relazione quello che succede da un lato e dall'altro del confine. È la prova che nulla sta cambiando rispetto a un trend che ha origini lontanissime. Facendo un passo indietro e considerando il periodo compreso tra il 1971 e il 2017 si scopre che la montagna bellunese è stata la zona in cui la diminuzione ha avuto proporzioni più rilevanti: -11mila abitanti (cinque per cento), negli stessi anni, per citare un esempio, la montagna veronese è addirittura aumentata dell'otto per cento.

 
LE RIPERCUSSIONIIl fenomeno dello spopolamento ha inevitabilmente portato ad un progressivo invecchiamento della popolazione più accentuato nella montagna veneta (incidenza degli over 65 pari a 22,9%) rispetto ai valori di Bolzano (19,2%) e di Trento (21,4%). Tra il 1971 e il 2011 nella montagna bellunese l'incidenza della popolazione over 65 è passata dal 13,5% al 23,5%. A cascata l'abbandono delle attività agricole (-30% di superficie agricola utilizzata nei comuni dell'altipiano tra il 1981 e il 2011) è stato più che bilanciato da nuova occupazione nell'industria dell'occhiale che assorbe circa 10.500 addetti, nell'industria agroalimentare, e nei servizi.

L'ANALISINumeri e riflessioni sono emerse nel corso di un incontro sullo sviluppo del territorio montano bellunese, di possibili strumenti e di opportunità per il suo rilancio nell'incontro promosso da Intesa Sanpaolo nella sede della Comunità Montana Agordina alla quale hanno partecipato, Gianpaolo Bottacin, assessore all'Ambiente e protezione Civile della regione Veneto, Anna Maria Moressa, Direzione studi e ricerche Intesa Sanpaolo, che ha illustrato le principali dinamiche della montagna dal punto di vista economico, e di Marco Nichele, Intesa Sanpaolo. Fulcro dell'incontro la tavola rotonda sulle sinergie a cui hanno partecipato Augusto Guerriero, Presidente Lattebusche, Alfonso Moser, Responsabile Segreteria di Direzione Unat Albergatori Trento, Davide Piol, Vice Presidente Confindustria Belluno Dolomiti, Claudia Scarzanella, Presidente Confartigianato Belluno e Renzo Simonato, Direttore Regionale Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige Intesa Sanpaolo. Per far ripartire la montagna ferita Intesa Sanpaolo ha messo a disposizione degli operatori delle linee di credito dedicate che tengono conto delle esigenze del settore turistico-alberghiero. Inoltre lo scorso dicembre la Banca ha stanziato un plafond di 100 milioni di euro a supporto della filiera triveneta del legno colpita dal maltempo. «La sfida per il rilancio della montagna bellunese - sono le conclusioni - passa attraverso la capacità di valorizzare le risorse del turismo, dell'agroalimentare e della filiera del legno, coniugandole con il miglioramento dei servizi di base ai residenti». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino