Fico a Sisi: «Senza verità per Regeni rapporti tesi»

«Solo un punto all'ordine del giorno» del colloquio: la tortura a morte di Giulio Regeni e le indagini che dopo oltre due anni e mezzo devono ora concretizzarsi in...

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«Solo un punto all'ordine del giorno» del colloquio: la tortura a morte di Giulio Regeni e le indagini che dopo oltre due anni e mezzo devono ora concretizzarsi in un «vero processo», superando il sostanziale «stallo» attuale che rende e renderà i rapporti tra Italia e Egitto «complicati, poco sereni», insomma: «tesi». Nel suo incontro al Cairo col capo di Stato egiziano Abdel Fattah Al Sisi, il presidente della Camera Roberto Fico ha dichiaratamente voluto essere netto e concentrare il proprio peso istituzionale su questo «punto dello Stato italiano», dal quale «non arretreremo mai». 

 

Al termine di una visita ufficiale - la quarta di un alto esponente italiano in due mesi dopo il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi e i vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio - Fico ha sottolineato che «vogliamo passi avanti» nel caso Regeni. E quella del presidente della Camera si è presentata come una missione dai toni e dal clima ben diverso da quelli che hanno caratterizzato la recente visita in Egitto di Di Maio, con il vicepremier che, dopo aver incontrato Al Sisi, aveva spiegato: «mi ha detto che Regeni è uno di noi». «Siamo in una fase di stallo che si deve sbloccare in tempi brevi. Dalle parole bisogna passare ai fatti», ha scritto invece Fico su facebook al termine della sua missione. E l'Italia vuole passi avanti «in tempi rapidi» e non in quelli «biblici» che si stanno profilando nonostante la Procura di Roma - attraverso un «lavoro eccezionale» - abbia trovato «indizi importanti» tra cui nove «nomi» in relazione alla bestiale uccisione del ricercatore friulano ormai risalente a inizio 2016, è il messaggio che Fico consegna al Cairo. Senza un processo che faccia emergere «la verità», ha avvertito il capo di Montecitorio, i rapporti fra Italia ed Egitto resteranno «sempre complicati, poco sereni», insomma come sono ora: «tesi».


Devono esserci «fatti, altrimenti non si va avanti», ha insistito Fico ammonendo che anche solo a livello parlamentare non si potranno impostare collaborazioni «se non si arriverà a una fase più avanzata su Giulio Regeni». Anche l'auspicato processo sarà «complesso», ha previsto il presidente della Camera notando che Regeni «è stato torturato per sette giorni» non certo da «cittadini comuni» ma dai sadicamente sofisticati aguzzini di una «rete», di un «sistema che si muoveva dietro gli esecutori materiali». Fermandosi sul bordo del buco nero che ha inghiottito e maciullato Regeni danneggiando peraltro quei rapporti con l'Italia a cui Sisi tiene molto per patenti motivi economici e geopolitici, Fico non é andato oltre nelle ipotesi. Ma con la sua visita ha spinto Sisi a far annunciare «istruzioni» impartite «per eliminare ogni ostacolo alle inchieste in corso al fine di risolvere il caso, giungere ai criminali e consegnarli alla giustizia». Insomma qualcosa in più dell'ormai - almeno formalmente - scontata «determinazione» dell'Egitto a scoprire la verità, fatta appena ribadire dal presidente egiziano che ha voluto ribadire anche come quanto l'Egitto tenga a «intensificare la collaborazione con l'Italia» in vari settori. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino