In Veneto il 37,77% alle urne Il 23,8 in Trentino e il 32 in Friuli

Affluenza sotto la soglia minima, con esiti assai diversificati nelle diverse regioni: può essere sintetizzato così il voto degli italiani per il quesito...

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Affluenza sotto la soglia minima, con esiti assai diversificati nelle diverse regioni: può essere sintetizzato così il voto degli italiani per il quesito referendario sulle trivelle. Il mancato quorum cristallizza quindi la situazione a com'era in precedenza. È tuttavia da notare la diversità di performance messa in mostra dalle diverse Regioni, naturalmente con affluenze più generose in quelle che hanno promosso il quesito, Puglia e Basilicata su tutte. Il risultato di oggi, peraltro, ribadisce la validità della teoria secondo la quale quando il primo dato sull'affluenza non è a due cifre inevitabilmente il quesito è destinato a naufragare.

Regione leader nella messa a punto del referendum è la BASILICATA, che al 90% degli 8 mila comuni scrutinati ha raggiunto il 50,4% di votanti. Tra le altre regioni che hanno promosso seguono il VENETO, con il 37,77% (questi i dati provinciali: Belluno 29,17%, Padova 41,39%, Rovigo 39,32%, Treviso 37,55%, Venezia 39,66%, Verona 33,44%, Vicenza 38,79%), la PUGLIA (42,11%), la LIGURIA (31,17%), le MARCHE (33,02%), il MOLISE (30,33%), la SARDEGNA (31,36%), la CALABRIA (26,51%) e la CAMPANIA (26,02%). Quindi, la percentuale dell'affluenza non si è avvicinata ai desideri dei consigli regionali impegnati in prima fila sul quesito referendario.

Sotto la media il TRENTINO ALTO ADIGE, con 25,19% (Trento 32,39%, Bolzano 17,61%), il FRIULI-VENEZIA GIULIA con il 32%16 (con il dato più alto a Gorizia, che ha registrato un'affluenza del 36,52%; Udine 30,94%, Trieste 32,55%, Pordenone 32%). Oltre la media delle 19 anche la LIGURIA (31,2%, con un picco a Savona, 33,2%) e l'EMILIA ROMAGNA (34,2%, con Modena al 37,2%).

Non hanno fatto di meglio, com'era prevedibile, le altre regioni. Riepilogando, dal dato complessivo si evidenzia che il PIEMONTE alle 23, a scrutinio quasi completato, ha archiviato un'affluenza del 31,28, quindi superiore alla media complessiva, con una punta del 35,12% a Torino. Oltre il dato nazionale anche la VALLE D'AOSTA, con il 34,02%, come la LOMBARDIA, con il 30,5% (e un picco massimo del 31,6 di Mantova).


Affluenza inferiore alla media nazionale in Toscana, che ha archiviato il 31% (Livorno svetta con il 34%), allo stesso modo dell'Umbria (28,5%, con Perugia al 28,6%). Le MARCHE si sono fermate al 34,4% (Ancona 37,4%), il LAZIO al 29,3% (maggior numero di votanti a Roma, fotografata al 31,%). Significativo poi il dato dell'ABRUZZO, regione che in una prima fase ha fatto parte del drappello delle regioni che hanno promosso il referendum: alle 23 la percentuale dei votanti è stata del 34,4%, più alta rispetto alla media nazionale, ma non in maniera esorbitante. In questo caso particolare la città con il dato più alto è stata Chieti con il 39,4%. Il MOLISE si è fermato al 33% (34,6% Campobasso), la Campania ha fatto registrare il 26% (29,8% ad Avellino), la PUGLIA, come già detto, si è fermata al 41,7% (47,5 a Lecce), la BASILICATA - dato più alto - al 50,5% (con Matera al 53,3%), la CALABRIA al 26,5% (Catanzaro 29,8%), la SICILIA 28,4% (33,6% Trapani) e la SARDEGNA al 31,5% (36% Oristano).

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Il Gazzettino