Teatro e recitazione, dietro le sbarre di Baldenich. Nella sezione transessuale del carcere cittadino prende forma un progetto sperimentale, il primo in Italia. L’istituto...
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Il progetto è ambizioso ed è nato da una riflessione tra Jabar, impegnata da anni a favore delle persone recluse ed ex recluse del carcere di Belluno e Antonio Turco, attore, autore e funzionario pedagogico dell’amministrazione penitenziaria di Rebibbia, già ospite del capoluogo dolomitico e della sezione Aics provinciale con lo spettacolo “Il Corno di Olifante” della sua compagnia Teatro Stabile Assai, la prima a nascere dietro le sbarre. Dallo scambio di idee e di progetti è nata la volontà di avviare l’iniziativa teatrale, già provata nella Capitale, anche nella sezione bellunese delle transessuali, una delle cinque presenti nelle strutture penitenziarie italiane; un proposta sperimentale, con cui rendere la scrittura e la recitazione forme di narrazione, espressione e in un certo senso liberazione. Il percorso è stato inaugurato la scorsa settimana ed è stato accolto con entusiasmo dalle detenute presenti. Il percorso sarà portato avanti dalle operatrici bellunesi e seguito a distanza da Roma: culminerà nella realizzazione di uno spettacolo teatrale che andrà in scena con tutta probabilità a dicembre e creerà una sorta di ponte tra i due percorsi teatrali, nell’ottica di scambiare in futuro non soltanto le carte, ma anche le persone. Insomma, non solo un gemellaggio tra un carcere molto grande e strategico e uno più piccolo e periferico, ma anche un progetto pilota a livello nazionale da cui potrebbero prendere spunto altri penitenziari. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino