Ha vinto l'astensione al referendum per la separazione di Mestre da Venezia. Sono andati alle urne infatti solo 44.887 votanti su 206.553 aventi diritto, un misero 21,73%,...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Le reazioni
«Sono dispiaciuto che il referendum non abbia raggiunto il quorum, una decisione presa dall'astensionismo non è mai una bella decisione». ha detto il deputato M5S Alvise Maniero, commentando il risultato del referendum sulla separazione di Venezia e Mestre. «Ero favorevole alla separazione, ma soprattutto speravo in un risultato superiore in termini di affluenza, fosse anche stato per il 'no'-.
«I risultati del referendum sulla separazione del Comune di Venezia hanno confermato come la divisione non sia sentita come la soluzione ai problemi della città» afferma il Pd lagunare. Allo stesso tempo «si deve tenere conto dei 30.000 cittadini che si sono espressi a favore. L'analisi dei sostenitori del Sì ha individuato una serie di problemi reali ai quali vanno date risposte immediate: lo spopolamento della città storica - elencano i Democratici -, la necessità di governare un turismo che sta mettendo in ginocchio le capacità della città d'acqua di mantenere il suo tessuto sociale, economico e culturale e in terraferma sta facendo sentire i suoi effetti imponendo grandi trasformazioni urbane, purtroppo non governate, e uno strisciante spostamento dalla cultura del lavoro alla cultura della rendita, lo scadimento della qualità della vita, la mancanza di investimenti in residenzialità e welfare, la crisi di un commercio rivolto ai bisogni dei cittadini». «Oggi non è un punto di arrivo, ma di ripartenza: è il momento di dare risposte - conclude il documento - a livello governativo come a livello comunale, alle istanze che sono emerse». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino