Rapina alla sala slot: arrestati due minorenni e un diciottenne, tutti italiani

Rapina alla sala slot: arrestati due minorenni e un diciottenne, tutti italiani
MONTEGROTTO - Nonostante la giovane età, avevano studiato il colpo con la cura degli scafati professionisti. Ma non è stato sufficiente. I carabinieri della...

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MONTEGROTTO - Nonostante la giovane età, avevano studiato il colpo con la cura degli scafati professionisti. Ma non è stato sufficiente. I carabinieri della compagnia di Abano Terme e della stazione di Montegrotto, dopo nemmeno 2 mesi di indagine, l’altroieri hanno individuato e arrestato gli autori del colpo del 4 gennaio scorso alla sala slot “Jackpot” di via Degli Scavi, a Montegrotto. 


A finire nei guai, con l’accusa di rapina aggravata in concorso, due 17enni, S.C. e J.M., e il loro complice E.L., di appena un anno più vecchio, tutti di nazionalità italiana e residenti nel Padovano. Attorno alle 18, due individui con il volto coperto da sciarpe avevano fecero irruzione nella sala giochi.

Uno dei rapinatori, che brandiva una pistola, aveva gridato al titolare di nazionalità cinese “Dacci tutti i soldi”, facendosi quindi consegnare circa duemila euro in contanti. La coppia si era poi data subito alla fuga.
Un’incursione, secondo quanto poi l’esercente raccontò ai militari dell’Arma, durata al massimo un paio di minuti. 
Ma la cui dinamica era stata ripresa dalle telecamere interne ed esterne della sala giochi. E proprio dalla visione dei filmati gli investigatori sono partiti per arrivare al terzetto. Per prima cosa, gli obiettivi avevano immortalato l’arrivo di E.L. e J.M., il primo vestito con un giubbotto di colore scuro attraversato da una fascia bianca al centro e scarpe chiare, che aveva con sé una borsa di colore rosso; il secondo con giubbotto e pantaloni scuri.

I due, tentando goffamente di passare inosservati, erano rimasti in attesa nelle vicinanze dell’ingresso del “Jackpot” mentre il terzo entrava a volto scoperto per effettuare un sopralluogo durato pochi minuti, prima di uscire e dare il via libera ai complici. Ed è stato proprio lui, già noto alle forze dell’ordine per svariati reati contro il patrimonio a dispetto della minore età, a venire subito identificato da carabinieri. Altri elementi di riscontro venivano poi raccolti, compreso l’esame del traffico telefonico, per collegare i tre all’episodio criminale. A quel punto sono scattate le perquisizioni domiciliari che hanno consentito agli uomini dell’Arma di rinvenire il borsone rosso – che conteneva due guanti in lattice (il destro utilizzato dal giovane che bandiva l’arma per non lasciare impronte sul calcio, il sinistro a coprire un tatuaggio sul polso del complice), il giubbotto nero con la striscia bianca, uno scaldacollo nero, le scarpe indossate dal 18enne (la cui impronta corrispondeva perfettamente a quella rinvenuta sul bancone della sala slot), una rivoltella ad aria compressa priva del tappo rosso e altri capi di abbigliamento. Da quanto accertato dai carabinieri, inoltre, l’idea del colpo è partita dai due 17enni che solo dopo hanno coinvolto il terzo. S.C. e J.M. sono stati sottoposti alla misura della permanenza in casa, su disposizione del Tribunale dei minori di Venezia; nei confronti di E.L. sono stati disposti gli arresti domiciliari dal Gip del Tribunale di Padova. Proseguono le indagini per la seconda rapina alla stessa sala, avvenuta pochi giorni dopo, il 7 gennaio. Non sono finora emersi elementi che la colleghino al terzetto finito agli arresti.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino