PADOVA - L’hanno trovata i gestori dell’hotel Arcella riversa su una sedia in camera da letto, ormai senza vita. Accanto al corpo una siringa usata, alcune tracce di...
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SOCCORSI. I sanitari del Suem si sono precipitati, hanno provato a rianimarla, ma subito è stato chiaro che nulla si sarebbe potuto fare per salvarla. Decretato il decesso, vista la situazione che si presentava nella camera, è stata immediatamente richiesta la presenza della polizia. Vicino al corpo inerte è stata trovata e sequestrata una siringa usata. Dentro c’era ancora qualche residuo di sostanza, sul cadavere tracce compatibili con un’iniezione. La scientifica ha messo sotto sequestro la camera numero 3 al primo piano. Fino a metà pomeriggio hanno campionato ogni possibile elemento utile e raccolto la testimonianza del proprietario. Poi l’arduo compito di informare i familiari per procedere a un’identificazione ufficiale che ieri sera non era ancora stata portata a termine. Il pubblico ministero ha disposto che sul corpo della giovane venga eseguita un’autopsia, dopo la prima ispezione sul cadavere di ieri. Ancora al vaglio anche la natura della sostanza dentro la siringa, che a un primo esame pare essere eroina. La vittima in passato era già stata segnalata come assuntrice di stupefacente e risulta che nell’ultimo periodo lavorasse come operaia dopo alcuni mesi di disoccupazione.
Dall’11 gennaio alloggiava all’hotel Arcella, inizialmente con un trentacinquenne nigeriano su cui sono in corso accertamenti: «Le prime due notti ha prenotato una stanza doppia che divideva con l’uomo straniero, che diceva essere il suo fidanzato - spiega il titolare - Non hanno dato alcun problema, uscivano pochissimo.
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Il Gazzettino