Rabarama e la "guerra dell'arte": «Giravo in Bentley, ora vivo in affitto»

Rabarama oggi
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PADOVA - «Loro per me erano tutto, erano più di una famiglia ma a un certo punto ho dovuto chiedere come stessero le cose. Mi chiamavano le banche, le fonderie dove venivano realizzate le mie opere. Da dichiarazioni dei redditi di una certa importanza, non avevo più nemmeno i soldi per fare la spesa. Giravo in Bentley, ora vivo in affitto». Quattro anni dopo Paola Epifani, in arte Rabarama, parla per la prima volta di quella guerra dell'arte tra lei e i galleristi Cinzia Vecchiato e il marito Roberto Canova, gestori della galleria d'arte di via Alberto da Padova, in odore di richiesta di rinvio a giudizio da parte della procura di Padova che li accusa di appropriazione indebita per aver sottratto, tra il 2009 e il 2013, 3 milioni e 378 mila euro dai conti di Rabarama.


«Quando tutto è iniziato ho avuto uno stop creativo per sei mesi, poi la macchina è tornata in funzione ha detto ieri Rabarama ma quello che un artista vive lo trasmette nelle sue opere: si vede che non c'è serenità. Anche la quotazione è scesa, in alcuni casi del 50 per cento. Pure la reputazione ne ha risentito: ci sono gallerie che vogliono aspettare la conclusione di tutto prima di acquistare mie opere».
Una situazione che ora potrebbe complicarsi per via di un dibattimento che non inizia. «Stiamo aspettando che si fissi il processo e che il dibattimento entri nel vivo. Di quei soldi, la prescrizione si è già mangiata due milioni di euro» ha commentato il penalista Ernesto De Toni, che assiste Rabarama nell'intricata inchiesta penale. 

Il fascicolo, aperto a palazzo di Giustizia dal pm Sergio Dini, era poi finito a Belluno per competenza territoriale perché in uno studio notarile bellunese era stato fatto il rogito relativo alla vendita della casa di Roberto Canova a favore di Rabarama. Ma quel reato è prescritto e quindi la competenza è tornata a Padova. Raggiri che sono il nucleo anche di un procedimento civile alla sezione concorrenza del tribunale delle imprese di Venezia, dov'erano stati i Vecchiato a trascinare la loro artista regina per farle rispettare un contratto di esclusiva. «La situazione si è rovesciata in favore della signora Epifani spiega l'avvocato Paolo Chiarelli, legale di Rabarama in quel corno della disfida sull'arte ma il fallimento delle società dei Vecchiato hanno complicato le cose: difficile avere un ristoro economico». «Con quello che mi è successo ha concluso - ho dovuto vendere la casa a Saint Tropez, mi chiedo allora come mai se i Vecchiato sono falliti, il loro spazio espositivo è in funzione e le mie opere in loro disponibilità vengono spostate da Abano in Belgio. Io invece ho visto saltare una collaborazione con Le Cirque du soleil». 

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Il Gazzettino