Via la dicitura "Superiore" dalla denominazione del Prosecco? Il no delle Colline Unesco

Le colline del Prosecco Superiore
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TREVISO - «Ho ribadito il mio no al direttore della Doc Luca Giavi. Mi ha chiesto un parere e ho spiegato che sono contraria alla loro posizione. Rappresento e continuerò a rappresentare le Colline del Prosecco Superiore. Queste querelle non fanno bene al territorio». Dibattito (per usare un eufemismo) sull'espunzione del termine superiore dalla dicitura Prosecco. L'estate induce ad una calma che è solo apparente. I timori sono che a settembre la questione riemerga. E con essa le polemiche. Marina Montedoro, Presidente dell'Associazione delle Colline Unesco, ieri a Treviso è tornata sulla diatriba che a metà luglio ha scosso il mondo delle bollicine spiegando che, alcuni giorni fa, è stata contattata dal direttore della Doc Luca Giavi per capire la posizione dell'Associazione sulla vicenda. «Ho avuto modo di parlare con il direttore del Consorzio Giavi che mi ha proprio chiamata su questo - conferma Montedoro - vediamo cosa succederà con l'autunno. Credo che il buonsenso ci debba portare a essere uniti per cercare di valorizzare il nostro territorio e il prodotto che ne deriva, si tratti di Doc, Docg o Asolo e quindi dobbiamo cercare di farci forza insieme e di non crearci difficoltà».


IL RIFIUTO
Entrando nel merito della questione, ovvero se sia o meno opportuno espungere il termine superiore dalla definizione del prosecco di collina, la presidente non si nasconde: «Io ho avuto modo di fare due chiacchiere con il direttore della Doc che, nel merito, mi ha chiesto un parere e gli ho spiegato che non sono d'accordo con questa posizione e continuerò a non esserlo. Non so se loro continueranno a chiederlo, ma confido di no. Noi stiamo cercando tutti quanti di portare acqua al mulino del territorio delle nostre colline, nel mio caso del Docg, in realtà il Prosecco è un cavallo di battaglia della Regione. Noi tutti dobbiamo muoverci pensando al bene del territorio e dei produttori». Il timore è che dopo la vendemmia la discussione venga riaperta e con essa rinnovato il carico di tensioni tra i Consorzi. «Vedremo al ritorno dall'estate - accenna la presidente - sicuramente non ha fatto bene al territorio la polemica che c'è stata qualche settimana fa, anche noi siamo stati toccati a livello tangente perché è chiaro che la discussione che è stata aperta fondamentalmente dal Consorzio della Doc ha portato a entrare nel merito di quello che è l'utilizzo dei nomi soprattutto considerando soprattutto che noi siamo le Colline del Paesaggio del Prosecco Superiore e sicuramente ci tocca da vicino».


LA SCELTA
La posizione dell'Associazione Unesco è chiara dunque: difenderà le ragioni della Docg sulla facoltà di distinguere le bollicine di collina anche in etichetta. «Io l'avevo già detto con un altro ruolo ma lo confermo. Non vedo corretto questo impuntarsi sulla questione del nome. E veramente mi auguro che il buonsenso prevalga. Invito chi ha deciso di entrare nel merito di questa polemica a pensarci bene perché quello che dobbiamo fare è essere uniti e non crearci difficoltà. Dovremmo essere uniti come lo siamo stati con la questione del Prosek. Il Prosek mette in discussione un sistema come quello delle denominazioni e invece qui creiamo difficoltà all'interno dello stesso territorio su un nome che è in realtà patrimonio comune di tutti, soprattutto oggi che abbiamo le Colline dell'Unesco che sono le colline del Prosecco Superiore».


LA REPLICA


Il direttore Luca Giavi non vuole commentare la conversazione con Montedoro. Ma interviene il presidente della Doc Stefano Zanette ricordando ciò che aveva spiegato, con un comunicato pacificatorio, quando divampò la polemica: «Il termine Prosecco costituisce il patrimonio fondante del nostro sistema, rispetto al quale è necessario agire con rigore e coerenza al fine di evitare che le controparti possano trovare punti di debolezza capaci di inficiare la nostra attività. I numerosi tentativi di uso scorretto della denominazione, alcuni dei quali già riscontrati in passato, con il passare del tempo tendono a divenire sempre più insidiosi». Poi, quasi a microfoni spenti, chiede lo stop alle polemiche. E tuttavia molti indizi lasciano presagire che in autunno la questione tornerà a deflagrare, obbligando i Consorzi a giocare a carte scoperte. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino