Prosecco, disboscano le colline per piantarci i vigneti: denunciati

La riva scoscesa a Prapian di Tarzo dove lo sbancamento è stato maggiore
TARZO Hanno sbancato colline e tagliato alberi per far posto a nuovi vigneti di prosecco docg. A Tarzo, piccolo comune trevigiano nel cuore del sito Unesco delle colline di...

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TARZO Hanno sbancato colline e tagliato alberi per far posto a nuovi vigneti di prosecco docg. A Tarzo, piccolo comune trevigiano nel cuore del sito Unesco delle colline di Conegliano e Valdobbiadene (il 90% del suo territorio ricade nella “core zone” Unesco), i titolari di tre aziende agricole e i tecnici che hanno eseguito i lavori sono stati denunciati dai carabinieri forestali per abuso edilizio e paesaggistico. Hanno di fatto stravolto esteticamente un ettaro e mezzo di superficie ancora non plasmato dall’uomo, ma soprattutto ne hanno minato l’ecosistema che da sempre qui si caratterizza per una spiccata biodiversità legata a quel contesto boschivo che scandisce a macchia le colline e si mescola alle rive scandite dai vigneti, ai laghi di Santa Maria e di Lago, ai prati fioriti habitat delle api.

 
I CONTROLLI
Nei mesi di luglio e di agosto ci sono stati numerosi controlli e sopralluoghi nelle aziende agricole tarzesi da parte dei carabinieri forestali di Vittorio Veneto e dei tecnici del Comune di Tarzo. «I cittadini spesso pensano che sia inutile fare delle segnalazioni, che nessun ente vada poi a controllare, invece io dico loro che è proprio grazie alle loro segnalazioni se siamo riusciti a scoprire questi abusi – evidenzia il sindaco di Tarzo Vincenzo Sacchet -. L’ente pubblico e i carabinieri forestali vigilano sulle nostre colline affinché le regole, e questo indipendente dal fatto che ora siamo sito Unesco, vengano rispettate da tutti». A Tarzo, ancor prima dell’inserimento delle colline di Conegliano e Valdobbiadene tra i siti Patrimonio dell’Umanità, erano in vigore – e lo sono tutt’ora – vincoli paesaggistici, ambientali e idrogeologici. E dopo la proclamazione a Baku dello scorso 7 luglio, la tutela del territorio, del suo ecosistema e della sua vivibilità si sono fatti più stringenti anche con controlli che vedono impegnati, molto spesso senza tanto clamore, carabinieri forestali e tecnici comunali, con l’unico interesse di preservare la biodiversità esistente e garantire a chi qui risiede un ambiente vivibile.
I DIVIETI

«Il fatto che queste colline siano legate al prosecco, non significa che è possibile farci tutto quello che si vuole» sottolinea il sindaco Sacchet. Poche settimane fa, il governatore del Veneto Luca Zaia in occasione della festa dell’agricoltura a Gorgo al Monticano, nel trevigiano, aveva detto stop a nuovi vigneti di prosecco. Un business che solo per il Prosecco superiore docg oggi vale 521 milioni di euro, sempre in crescita e che fa gola a molti, basti pensare che un ettaro di terreno in questa zona della docg vale almeno 200mila euro. E per il dio denaro, si è anche pronti a sbancare colline e ad azzerare boschetti da sempre elementi del paesaggio per poter accogliere barbatelle di glera. A Tarzo i controlli e i sopralluoghi si sono concentrati su alcune aziende agricole tra le colline, nelle località di Arfanta, Prapian e Costa di Là, tutta dentro alla “core zone” Unesco, con vincoli ambientali e idrogeologici per la presenza anche di corsi d’acqua, come il torrente Lierza che poi si spinge fino al Molinetto della Croda a Refrontolo. A tre aziende i carabinieri forestali hanno fatto dei rilievi di tipo penale: sono state denunciate per abuso edilizio e abuso paesaggistico, avendo eseguito i lavori senza alcuna autorizzazione e violando le norme in vigore. In un caso un agricoltore ha addirittura realizzato una stradina di accesso al podere senza aver ottenuto alcun permesso dagli enti preposti e ben sapendo che quell’area era paesaggisticamente vincolata. Provvedimenti saranno assunti ora anche dal Comune di Tarzo al termine delle verifiche dei suoi tecnici.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino