SELVAZZANO - Alle otto di sabato sera, dopo aver saputo di essere stata denunciata per lesioni aggravate, oltraggio e violenza a pubblico ufficiale, ha preso il cellulare e ha...
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Signora, cosa è successo quel pomeriggio?
«Mio figlio fa sport agonistico e usufruisce della legge 122/2009, che consente di avere agevolazioni nel fissare le verifiche e le interrogazioni per consentire ai ragazzi di partecipare ai loro importanti impegni sportivi. Questa primavera aveva quattro materiae da recuperare. Dal 18 maggio al 4 giugno è stato all'estero con il suo club, ma in quel periodo si è preparato studiando il più possibile in vista del ritorno sui banchi. Tre insegnanti ci sono venuti incontro, quella d'inglese no».
Cosa significa?
«Mio figlio ha preso un 6.5, ma gli sarebbe servito un altro voto positivo per arrivare alla sufficienza. Abbiamo chiesto in ogni modo alla docente di interrogarlo, ma lei non ne ha voluto sapere. Mio figlio il giovedì è tornato a casa piangendo. Ci teneva tantissimo a recuperare il voto in inglese. Vederlo piangere mi ha toccato molto e il giorno dopo ho agito d'istinto».
Uno schiaffo in faccia alla professoressa. Come è arrivata a quel gesto?
«Ho atteso la professoressa fuori da scuola, appena lei mi ha visto nell'atrio si è chiusa dentro una stanza e poi, uscendo, ha fatto di tutto per evitarmi. L'ho avvicinata gentilmente, chiedendo se potesse dedicarmi almeno un minuto. Ma lei ha proseguito dritto per la sua strada, con aria di sfida. Non mi rispondeva. Eppure grazie a quella legge mio figlio avrebbe avuto diritto fino all'ultimo secondo di essere interrogato. Questo mi ha mandato su tutte le furie e ho agito d'istinto. Non ci ho più visto e mi è partita una sberla».
Si è pentita?
«Certo, so perfettamente di aver sbagliato e di aver complicato ulteriormente la situazione scolastica di mio figlio, che ora rischia ancor di più la bocciatura. Ora temo anche per la denuncia, è naturale, ma quella professoressa nella sua coscienza sa bene perché si è arrivati ad un episodio simile».
Le farebbe piacere incontrare l'insegnante?
«Certo, e le chiederei scusa. Se avrà piacere io per un chiarimento sono qui. Sono passata dalla parte del torto, ma so che prima ero dalla parte ragione. Il mio è stato un gesto non ammissibile e mi rendo conto che non bisognerebbe assolutamente mai arrivare a tanto, ma era tanto tempo che questa professoressa mi faceva tirare i nervi. Mi ha portato all'esasperazione».
Suo figlio cosa le ha detto, dopo quella scenata?
«Non sa niente, o almeno penso, ed è meglio così. Subito dopo la fine della scuola è partito per il mare assieme ai miei suoceri. Mi sono tenuta il suo cellulare e ho chiesto ai nonni di non fargli vedere né giornali né televisione». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino