Una processione pasquale solo con il sacerdote, o quasi, In tempi di emergenza sanitaria succede anche questo. La scena potrebbe ricordare quella scritta da Giovannino Guareschi,...
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LA CERIMONIA
Domani, venerdì santo, andrà in scena una processione, o come è già stata ribattezzata dal sindaco, “crocessione”, a suo modo storica: sarà organizzata da parrocchia, Comune e Protezione Civile. Dietro al crocifisso solamente poche persone, ossia il parroco don Luigi Nonis che sorreggerà il vessillo cristiano per antonomasia, il sindaco Arnaldo Pitton, l’agente di polizia locale e i volontari della Protezione vivile. Tutti, com’è ovvio, a distanza di sicurezza. Non era mai accaduto prima e, facendo tutti gli scongiuri del caso, si spera che non accada più.
Domani in chiesa, a porte chiuse, il parroco don Luigi celebrerà la tradizionale funzione della morte di Cristo. Si comincerà alle 15. Al termine della celebrazione, il parroco uscirà dalla chiesa con la croce. Don Luigi percorrerà le strade del paese lungo un percorso in queste ore al vaglio degli organizzatori. L’idea è quella di mantenere unito il paese in una circostanza così drammatica.
LA DECISIONE
«Non sarà una vera e propria processione nel senso tradizionale del termine - ha spiegato ieri il sindaco Pitton presentando l'iniziativa - saremo in pochissimi. Ma forse sarà un momento ancor più sentito. In questo difficile periodo, nell’impossibilità di festeggiare la Pasqua nelle nostre chiese come una vera comunità, grazie al supporto della parrocchia san Giovanni Battista e, con l’aiuto dei volontari della Protezione civile della nostra polizia municipale, abbiamo concordato assieme a don Luigi un momento dal forte carattere simbolico. Sarà un’iniziativa nel rispetto della tradizione cristiana: attraverserà le vie principali del paese nella giornata del venerdì santo. Chi lo desidera potrà seguire la processione stando all’interno della propria abitazione, seguendo le consuete norme di sicurezza. Si tratta di un piccolo segno, lo so. Tuttavia la volontà è di sentirci comunità e di essere in qualche modo uniti, nonostante le distanze. Sono convinto che, rimanendo una comunità unita in qualche maniera ne usciremo». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino