Corteo Pride e seni nudi davanti al Duomo: indaga la Digos. E la Diocesi s'infuria

TREVISO - «Gesti gratuitamente provocatori, messi in atto sabato sul sagrato della chiesa cattedrale, che si commentano da soli». Parola di monsignor Giuliano...

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TREVISO - «Gesti gratuitamente provocatori, messi in atto sabato sul sagrato della chiesa cattedrale, che si commentano da soli». Parola di monsignor Giuliano Brugnotto, vicario generale della diocesi di Treviso, che sottolinea il dispiacere per quanto andato in scena sui gradini del Duomo durante il Pride 2022: sette ragazze, che si erano staccate dal corteo, hanno manifestato a seno nudo in uno dei luoghi simbolo della città, a due passi dal vescovado, attaccando la chiesa sulla questione relativa all'aborto. «Dispiace che un dramma complesso e di così grande portata sociale, e personale per le donne che lo vivono - conclude monsignor Brugnotto - venga semplificato con qualche slogan».


GLI STRASCICHI
Al di là del corteo e dei messaggi che si era proposto di lanciare, del Pride 2002 organizzato dall'associazione Non una di meno e dal centro sociale Django resterà soltanto quell'immagine al Duomo. E, forse, i provvedimenti che potrebbero venire adottati a livello amministrativo e penale. «Le immagini e i video della manifestazione sono al vaglio della Digos - fanno sapere dalla questura - Se si dovessero ravvisare profili di reato a carico di qualche partecipante al corteo si procederà con le dovute contestazioni nelle sedi opportune». Denunce al momento non ce ne sono, anche perché non si sono verificati scontri ma al massimo qualche momento di tensione (come quello del Duomo, ndr). Non è escluso però che vengano elevate delle sanzioni: se ad ora non sembrano esserci i presupposti per la manifestazione non autorizzata (legata proprio al sit-in sul sagrato della cattedrale), è meno remota la possibilità di una multa per atti contrari alla pubblica decenza, che nella peggiore delle ipotesi potrebbe anche sfociare in un daspo urbano.


LE CONDANNE


Se il coordinamento Lgbte si era da subito dissociato dalla manifestazione, concetto ribadito anche ieri evitando di entrare in polemica («non c'è nulla da aggiungere» ha riferito il presidente Giorgio Romanello, ndr), dopo il sindaco Mario Conte, che ha bollato il gesto del Duomo come «una cernevalata mal riuscita che danneggia la vera lotta dei diritti che il coordinamento Lbgte tratta con serietà e responsabilità», anche il consigliere comunale Riccardo Barbisan ieri ha rincarato la dose, spostando l'attenzione sul piano politico: «Che il caldo desse alla testa ne siamo convinti tutti, ma non pensavo fino al punto di vedere certe scene che offendono la grande arte del circo e la secolare tradizione del carnevale. Una manifestazione che abbiamo subito, e della quale ci vergogniamo. Tra gli organizzatori c'era un arcipelago di associazioni, molte sconosciute ai più e altre tristemente conosciute da anni rispetto alle quali alcuni consiglieri del Pd non hanno mai reciso il cordone ombelicale. Chiediamo una presa di distanze chiara e definitiva dalla violenza e dalle oscenità al Pd trevigiano».


 

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Il Gazzettino