Prete esorcista a processo per stalking, le accuse: incursioni, prediche con il megafono e telefonate a tutte le ore

Prete esorcista a processo per stalking, le accuse: incursioni, prediche con il megafono e telefonate a tutte le ore
CESIOMAGGIORE (BELLUNO) - Sono una trentina i testi chiamati dalle parti nel processo che vede alla sbarra don Giovanni Brancaleoni, 77enne di Frassinelle Polesine (Rovigo)...

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CESIOMAGGIORE (BELLUNO) - Sono una trentina i testi chiamati dalle parti nel processo che vede alla sbarra don Giovanni Brancaleoni, 77enne di Frassinelle Polesine (Rovigo) il prete esorcista accusato di stalking a un disabile e una psicologa con continue incursione alla struttura alloggio Pullir di Cesiomaggiore.

Ieri mattina, in Tribunale a Belluno, la prima udienza interlocutoria in cui sono state ammesse le prove e la lista testi. Il prete-imputato non era presente: era rappresentato dal suo avvocato Lucio Merlin del foro di Padova. Sono due le parti civili costituite nel processo per vedere risarciti i danni patiti. In aula c'era l'avvocato Stefano Bettiol in rappresentanza della psicologa, Pamela Bulfari. L'avvocato Giulia Munerin tutela invece il disabile, nella persona del suo tutore avvocato Mariangela Sommacal.


LE ACCUSE

I fatti contestati al prete sono avvenuti nella struttura Pullir di Cesiomaggiore, dove il disabile è ospite e vanno dal 2015 all'agosto 2019, con ripetuti raid. Gli atti persecutori si sarebbero concretizzati in più occasioni «ponendo in essere incursioni non autorizzate o gradite all'interno della comunità, pretendendo a gran voce di incontrare il disabile e di gestirne o ostacolarne l'approccio terapeutico e contenitivo». Don Brancaleoni arrivava ad ogni orario e avrebbe, secondo le accuse, acuito la psicosi del disabile, agitandolo oltre misura, portandolo anche così ad atti di autolesionismo o a tentare aggressioni agli operatori. Poi telefonate a ogni ora del giorno e della notte sostenendo che la terapeuta avesse sequestrato il disabile, maltrattandolo vessandolo e sottoponendolo a varie angherie. Nelle incursioni avrebbe recitato prediche al megafono, preghiere che diceva erano scritte dalla madre (che aveva perso la potestà genitoriale). E ancora: gli avrebbe dato un telefono invitandolo a mettersi in contatto con la donna, peggiorando l'ansia del paziente. In più di un'occasione al Pullir intervennero i carabinieri per riportare la pace. 


IL PROCESSO

Tutte queste incursioni del prete verranno ricostruite in aula dalla prossima udienza fissata per il primo aprile, con alcuni testi del pm. Si proseguirà poi il 26 aprile per sentire i testi delle parti civili e al 31 maggio per sentire i testi della difesa dell'imputato e per discussione e sentenza. Tra in testimoni chiamati dalla parte civile anche don Diego Bardin, già arciprete di Feltre, oltre a diversi consulenti. La difesa invece punterà sulla mamma del ragazzo, chiamata come teste principale. 

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Il Gazzettino