Presepi di carta: la magia del Natale nel rispetto della tradizione

La mostra Presepi di carta alle Scuderie di Palazzo Moroni
PADOVA - A libro, a fisarmonica, a teatrino, a triangolo, a giostra, a carosello: ma anche in stile napoletano, o “degli angeli”. Tutti bellissimi e raffinati. Insieme...

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PADOVA - A libro, a fisarmonica, a teatrino, a triangolo, a giostra, a carosello: ma anche in stile napoletano, o “degli angeli”. Tutti bellissimi e raffinati. Insieme danno vita a una scenografia che incanta, che mette insieme la magia del Natale con la particolarità della loro fattura. Da ieri si è aperta alle Scuderie di palazzo Moroni l’esposizione “Il presepe di carta. Una tradizione che continua”, organizzata dall’associazione Cammino a Oriente, in collaborazione con il Comune, con l’obiettivo di superare il numero record di visitatori registrato nel 2019, quando gli ingressi erano stati oltre 46mila.


DUE SEZIONI
La mostra è suddivisa in due sezioni. Nella prima, subito dopo l’ingresso, protagonisti sono alcuni “presepi a tutto tondo”, così denominati perché possono essere ammirati da ogni lato, con i paesaggi che assumono un ruolo determinante nel narrare la nascita di Gesù. Nella seconda, invece, ci sono appunto quelli di carta, antichi in quanto la loro produzione era iniziata ai primi del Novecento, provenienti da collezioni private, tra cui quelle del padovano Emanuele Bassan, e l’altra del vicentino Domenico Saccardo, con alcuni pezzi arrivati dalla Germania, dall’Austria, dalla Repubblica Ceca e dall’America. I più numerosi sono quelli “a teatrino”, piccoli diorami in cui le figure stampate su carta e poi ritagliate sono collocate su piani diversi per ricreare un effetto prospettico di grande impatto. Sfruttando la tecnica della fustellatura con le linguette a incastro, pur essendo molto articolati nella loro composizione, con un semplice gesto si possono aprire, richiudere e riporre, ed è per questo che si sono perfettamente conservati nel tempo.
Alle Scuderie c’è pure una suggestiva scena tridimensionale ispirata ai dipinti di Francesco Londonio, pittore milanese del Settecento, nella quale sono collocate figure bidimensionali stampate e incollate su supporto ligneo, nonché presepi contemporanei realizzati con sagome dipinte e posizionate su differenti livelli prospettici che danno l’impressione della tridimensionalità.
A illustrare i dettagli della rassegna, che rimarrà aperta mattina e pomeriggio con ingresso gratuito sino al 14 gennaio, sono stati l’assessore alla Cultura Andrea Colasio e il curatore Nicolò Celegato. «Ormai questa dell’esposizione dei presepi per Padova è diventata una consuetudine - ha ricordato Colasio - in passato avevamo raccontato il diorama, ma quest’anno il curatore ha aggiunto una bellissima narrazione di quelli di carta, che hanno accompagnato il Natale di alcune generazioni. Sono realizzati con un materiale poco costoso e conseguentemente in grado di entrare nelle case di tutti. Qui abbiamo dei pezzi più unici che rari, anche per la metodologia con cui erano stati realizzati, addirittura con modalità seriali: grande, piccolo o medio. E poi venivano dipinti rigorosamente a mano. Sono oggetti assolutamente inediti». «Ricordo ha proseguito l’assessore - che negli anni Cinquanta sono scomparsi, sostituiti dalle statuine in gesso e in plastica, e pertanto il curatore ha recuperato una tradizione europea che faceva parte della vita quotidiana». 


LA CONSUETUDINE


«Ci auguriamo di bissare il successo del 2019 - ha detto Celegato - proponendo qualcosa di diverso, di innovativo. L’idea era quella di presentare un qualcosa di insolito, ma nel pieno rispetto della tradizione, a una consuetudine che poi si è persa nel tempo. L’obiettivo, quindi, è di riavvicinare le persone ai presepi di carta e ispirare altri artisti a realizzarne di nuovi». Il curatore, infine, si è soffermato su una curiosità. «I pezzi particolari - ha sottolineato - sono quelli più antichi che sono arrivati ai giorni nostri in ottimo stato: qui ce ne sono alcuni realizzati 120 anni fa. C’è poi la ricostruzione che, invece delle solite statue, presenta delle figure bidimensionali dipinte, collocate all’interno di una scenografia bidimensionale, stampate e incollate su supporto ligneo, nonché presepi contemporanei realizzati a sagome dipinte e posizionate su differenti livelli prospettici per dare l’illusione della tridimensionalità».
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Il Gazzettino