Non piove da quasi tre mesi, scatta l'allarme siccità in provincia

Fiumi e laghi sotto la soglia: allarme siccità in provincia
PORDENONE - Quasi tre mesi senza pioggia. E in montagna zero neve. I bacini montani si stanno svuotando e il livello dei fiumi in pianura si sta abbassando giorno dopo...

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PORDENONE - Quasi tre mesi senza pioggia. E in montagna zero neve. I bacini montani si stanno svuotando e il livello dei fiumi in pianura si sta abbassando giorno dopo giorno. Con la conseguenza che anche le falde scendono. Una situazione che ha fatto già scattare un’allerta siccità. Si teme in particolare per la prossima stagione irrigua: con l’anticipo delle semine - se nelle prossime settimane dovesse perdurare l’assenza di precipitazioni - già dal mese di marzo nei campi ci sarà la necessità di bagnare.  Dopo l’ondata distruttiva del maltempo di fine ottobre 2018 - che oltre a forti piogge aveva portato terribili raffiche di vento a duecento chilometri orari, nell’anno più caldo con un grado e mezzo in più - non ci sono state più piogge di una certa intensità. Ma è anche la mancanza di nevicate sui monti che sta preoccupando maggiormente il mondo dell’agricoltura. Ancora non è emergenza, ma l’attenzione tra gli agricoltori è piuttosto alta. Uno stato di pre-allerta molto simile era scattato esattamente due anni fa: nell’inverno del 2017 si era arrivata a quasi tre mesi senza piogge.

VERSO L’EMERGENZA
Dopo la “bufera” di fine ottobre, il resto dell’autunno e la prima parte dell’inverno sono state decisamente siccitose. «Siamo ancora a metà gennaio - afferma Antonio Bertolla, direttore della Coldiretti del Friuli occidentale - perciò c’è tutto il tempo affinché le cose possano cambiare prima della primavera. È vero che la situazione in montagna è quella che è. E se la montagna piange la pianura certo non ride: i fiumi si stanno abbassando e con essi anche le falde acquifere. Il problema non è certo per l’immediato: in questa stagione l’agricoltura è ferma. Le nostre preoccupazioni sono rivolte alla stagione primaverile, cioé a quando ci sarà bisogno di irrigare».
L’ANTICIPO
E non sembrano essere timori infondati. Negli ultimi anni, infatti, a causa delle condizioni climatiche che stanno cambiando, la “stagione” delle semine è stata via via anticipata. «Rispetto a un tempo - sottolinea il direttore dell’associazione degli agricoltori del territorio provinciale - le semine oggi avvengono circa con due mesi di anticipo. Nelle ultime annate abbiamo registrato periodo di caldo anomalo già ad aprile e maggio. Fino a qualche tempo fa il mais - il direttore fa un esempio - veniva seminato in aprile, ora si procede con le semine già a marzo. E lo stesso vale per altri seminativi. In genere, tutto è anticipato come conseguenza del cambiamento climatico. E primavere molto più calde richiedono la necessità di bagnare i campi. Per questo se l’inverno non è piovoso le difficoltà cominciano a farsi sentire già a marzo. Ma non fasciamoci la testa prima che si rompa, auspichiamo che le prossime settimane portino pioggia e magari anche un po’ di neve in montagna».
GLI INVASI

La situazione non è certo di emergenza, almeno per ora. Anche se i bacini della montagna sono piuttosto bassi: in Valtramontina questo è il periodo in cui le dighe vengono “scaricate” per la produzione di energia. E anche Ravedis è a livelli molto bassi: ma in questo caso lo svuotamento è stato necessario per realizzare i lavori di sistemazione delle paratie che hanno qualche difetto nel funzionamento. «Non è - spiega Ezio Cesaratto, presidente del Consorzio Cellina-Meduna - una situazione di allarme, siamo appena a metà gennaio e la situazione può cambiare prima della vera necessità irrigua. C’è tutto il tempo perché possa piovere e quindi consentire l’avvio della stagione senza problemi». Rispetto ai lavori per la paratia saranno terminati a fine gennaio. A quel punto ci sarà la necessità di riempire la diga per effettuare il test sula nuova paratia. E anche per questo al Consorzio si spera nella pioggia.
Davide Lisetto
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Il Gazzettino