PORDENONE - Quasi tre mesi senza pioggia. E in montagna zero neve. I bacini montani si stanno svuotando e il livello dei fiumi in pianura si sta abbassando giorno dopo...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
VERSO L’EMERGENZA
Dopo la “bufera” di fine ottobre, il resto dell’autunno e la prima parte dell’inverno sono state decisamente siccitose. «Siamo ancora a metà gennaio - afferma Antonio Bertolla, direttore della Coldiretti del Friuli occidentale - perciò c’è tutto il tempo affinché le cose possano cambiare prima della primavera. È vero che la situazione in montagna è quella che è. E se la montagna piange la pianura certo non ride: i fiumi si stanno abbassando e con essi anche le falde acquifere. Il problema non è certo per l’immediato: in questa stagione l’agricoltura è ferma. Le nostre preoccupazioni sono rivolte alla stagione primaverile, cioé a quando ci sarà bisogno di irrigare».
L’ANTICIPO
E non sembrano essere timori infondati. Negli ultimi anni, infatti, a causa delle condizioni climatiche che stanno cambiando, la “stagione” delle semine è stata via via anticipata. «Rispetto a un tempo - sottolinea il direttore dell’associazione degli agricoltori del territorio provinciale - le semine oggi avvengono circa con due mesi di anticipo. Nelle ultime annate abbiamo registrato periodo di caldo anomalo già ad aprile e maggio. Fino a qualche tempo fa il mais - il direttore fa un esempio - veniva seminato in aprile, ora si procede con le semine già a marzo. E lo stesso vale per altri seminativi. In genere, tutto è anticipato come conseguenza del cambiamento climatico. E primavere molto più calde richiedono la necessità di bagnare i campi. Per questo se l’inverno non è piovoso le difficoltà cominciano a farsi sentire già a marzo. Ma non fasciamoci la testa prima che si rompa, auspichiamo che le prossime settimane portino pioggia e magari anche un po’ di neve in montagna».
GLI INVASI
La situazione non è certo di emergenza, almeno per ora. Anche se i bacini della montagna sono piuttosto bassi: in Valtramontina questo è il periodo in cui le dighe vengono “scaricate” per la produzione di energia. E anche Ravedis è a livelli molto bassi: ma in questo caso lo svuotamento è stato necessario per realizzare i lavori di sistemazione delle paratie che hanno qualche difetto nel funzionamento. «Non è - spiega Ezio Cesaratto, presidente del Consorzio Cellina-Meduna - una situazione di allarme, siamo appena a metà gennaio e la situazione può cambiare prima della vera necessità irrigua. C’è tutto il tempo perché possa piovere e quindi consentire l’avvio della stagione senza problemi». Rispetto ai lavori per la paratia saranno terminati a fine gennaio. A quel punto ci sarà la necessità di riempire la diga per effettuare il test sula nuova paratia. E anche per questo al Consorzio si spera nella pioggia.
Davide Lisetto
© RIPRODUZIONE RISERVATA Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino