PORDENONE - «Ciao mamma, sono a casa di amici. Va tutto bene, ma ho il cellulare quasi scarico». È il primo pomeriggio di giovedì 16 maggio. In...
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SENZA CHIAVI
Quel maledetto mercoledì lui era fuori Padova per motivi di lavoro. «Angela mi ha chiamato - ricorda - perché era andata a fare un giro in bicicletta ed era rimasta senza chiavi di casa. Io le ho spiegato dove lascio sempre un paio di chiavi di riserva. A casa però lei non è mai tornata. So solo che nel pomeriggio la madre l’ha chiamata e lei le ha raccontato di essere a casa di amici. Probabilmente qualcuno l’ha caricata in macchina e portata ad un festino in quell’appartamento. L’unica altra certezza è che l’ultimo accesso su WhatsApp è stato a mezzanotte e sette minuti, nella notte tra mercoledì e giovedì. Temo che in quell’occasione qualcuno le abbia consegnato una dose di droga fatale. Aspetto di sapere la verità».
L’APPELLO
A 240 chilometri di distanza da Padova, anche la madre Antonella attende notizie. «Vivo in Croazia da nove anni, ma io e mia figlia eravamo in costante contatto. Ci eravamo viste un mese prima qui ad Umago e stavamo pianificando una bella vacanza assieme. Lei sognava due cose: un viaggio in Spagna e una bella cena con i tartufi. Angela stava cercando un lavoro e mi confidava che aveva paura di tornare a Padova proprio perché temeva di ricadere nel tunnel della droga». Quel pomeriggio la madre aveva sentito tanta confusione e si era preoccupata. «Dopo quella telefonata ho chiamata Angela altre mille volte, ma il telefono risultava sempre staccato. Ora desidero solamente vedere per l’ultima volta mia figlia: fino ad ora non ci è stato permesso. E aspetto di conoscere la verità su quello che è successo».
Gabriele Pipia
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Il Gazzettino