PORDENONE - Private e pubbliche, grandi e piccole, storiche o di recente costruzione. Le case di riposo in provincia di Pordenone sono finite sotto la lente dei Nas dei...
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I DETTAGLI
I profili penalmente rilevanti, non definiti in questi casi, riguardano ad esempio temperature troppo alte o troppo base all’interno delle residenze, o ancora peggio casi di maltrattamenti. E bene specificare che i Nas non hanno riscontrato casi del genere. Ma c’è dell’altro che invece è emerso durante i controlli. Primo, le condizioni igieniche non soddisfacenti in diversi casi. I sopralluoghi hanno riguardato prima di tutto le cucine, dove sono emerse le difformità regolamentari più importanti. Sono state richieste sanzioni sia per quanto riguarda la conservazione dei cibi da somministrare agli anziani, sia per quanto riguarda la pulizia degli ambienti. Gli altri problemi di natura igienica verificati in provincia dai carabinieri del Nas hanno riguardato ad esempio gli spazi pubblici oppure le stanze. Polvere, lavaggi della biancheria non frequenti come invece “comandato” dai disciplinari, letti sporchi. È solo il primo capitolo di una serie di “incursioni” nelle case di riposo della provincia di Pordenone. Va specificato che i riscontri riguardano una struttura su tre. Ma la situazione è comunque preoccupante. «Sono state riscontrate diverse carenze amministrative», spiegano i vertici dei Nas di Udine a valle dei controlli. E in alcuni casi, ancora al vaglio quindi coperti dal segreto, sono state evidenziate anche «gravi carenze igieniche».
IL QUADRO
I controlli hanno riguardato sia le strutture private (negli ultimi tre anni, con una concentrazione maggiore negli scorsi 12 mesi), sia quelle prettamente pubbliche. E non è solo l’igiene, spesso scarso, a rappresentare un problema. Spiegano infatti i Nas: «Sono stati segnalati casi in cui è mancata la corrispondenza tra le mansioni esercitate da parte del personale e i titoli in possesso dello stesso». Non si va lontani da uno degli elementi cardine di recenti indagini giudiziarie, ossia l’impiego di dipendenti in ruoli diversi da quelli per i quali si è stati assunti. E il risultato finisce spesso per gravare sul benessere dei pazienti, dal momento che in alcuni casi sono stati segnalati operatori sanitari senza l’adeguato titolo per esercitare la professione. Altre irregolarità riguardano ad esempio i profili delle persone ospitate nelle strutture: pazienti non autosufficienti ricoverati in strutture per autosufficienti e così via. E ancora sono stati segnalati problemi riguardanti aspetti logistici e irregolarità riguardanti il numero di addetti, oltre che ben note carenze strutturali. Il risultato: multe da mille a 5mila euro richieste dai Nas. I controlli sono stati effettuati da Casa Serena sino a Cordenons, San Vito, Spilimbergo e San Quirino, per raggiungere anche i punti periferici.
Marco Agrust Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino