PORDENONE - La battaglia per la difesa delle antiche mura cittadine di Pordenone raggiunge l’obiettivo: ieri mattina la raccolta di firme sulla petizione per salvare...
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LA CONSEGNA
L’avere raccolto oltre mille firme è però solo il primo obiettivo del comitato che ora dovrà consegnare il “malloppo” con le sottoscrizioni al Comune con l’obiettivo di aprire un confronto con il sindaco Alessandro Ciriani e con la giunta. La consegna avverrà nei prossimi giorni. «Ribadiamo - aggiunge la portavoce - che il comitato è formato da persone animate solo da una grande passione culturale per la storia della città. Non abbiamo alcun obiettivo politico, né siamo contrari alla riqualificazione urbanistica dell’area. Vogliamo solo che un pezzo di storia medievale della città venga tutelato». Si chiede al Comune “di esercitare ogni potere amministrativo e civilistico per negare ed eventualmente revocare ogni autorizzazione, nullaosta o atto d’assenso di sua competenza che si proponga di abilitare l’apertura di varchi nelle antiche mura e in particolare in vicolo del Lavatoio, visto tra l’altro che è stata smentita, grazie all’intervento dei cittadini in Soprintendenza, la “interclusione” dell’area di intervento ed è stato finalmente riconosciuto che essa già gode di servitù di passaggio carrabile attraverso l’area e il portico (appositamente costruito) dell’ex Pastificio Tomadini”. Nei giorni scorsi il sindaco (che ha anche detto di essere impegnato nella ricerca di una soluzione) aveva ricordato che “la trasformazione dell’area da museo a residenziale era stata fatta dalla precedente amministrazione”. A stretto giro aveva risposto il consigliere di Pn1291 Marco Salvador: «È stata l’attuale assessore all’Urbanistica Amirante a cambiare destinazione d’uso”. Insomma, mentre il comitato super quota mille firme contro il varco, la politica continua ad accusarsi a vicenda. Ora bisognerà vedere se la petizione avrà effetto. Il comitato lo spera molto. E spera anche di non dover ricorrere all’altro strumento “popolare”, il referendum comunale. Per il quale, però, servono 1.500 firme. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino