«Non abbattete le antiche mura». Raccolte in pochi giorni mille firme

Domenica 9 Giugno 2019 di Davide Lisetto
Le antiche mura di Pordenone che rischiano di essere abbattute in parte
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PORDENONE -  La battaglia per la difesa delle antiche mura cittadine di Pordenone raggiunge l’obiettivo: ieri mattina la raccolta di firme sulla petizione per salvare la cinta muraria ha superato quota mille. Per la precisione le sottoscrizioni raccolte alle 13 di ieri (quando gli esponenti del comitato cittadino hanno voluto festeggiare con un brindisi) erano 1012 quelle di residenti nel Comune di Pordenone e ulteriori 306 di residenti fuori Comune. Un risultato record che il comitato ha raggiunto in pochissimo tempo: le sottoscrizioni sono state raccolte nel corso di due serate (nel corso di altrettante iniziative nella sede del palazzo dell’ex Provincia) e di quattro mattinate con il banchetto in piazza Cavour.  Tutto nell’arco di circa due settimane.  Il numero di firme minimo di persone che risiedono nel Comune previsto dallo statuto municipale affinché una petizione possa essere presentata è di duecento. Il comitato che si batte per salvare la cinta muraria di vicolo de Lavatoio le ha ieri abbondantemente superate. Firme che il comitato ha voluto “formalizzare” e “certificare” con la costante presenza alla raccolta dei consiglieri comunali. «Ai consiglieri - come sottolinea la portavoce del comitato Sonia Zoldan - abbiamo chiesto di non firmare la petizione e di svolgere unicamente un ruolo di garanzia. E per questo li ringraziamo». L’invito del comitato era stato esteso - all’inizio della campagna per la petizione - a tutti i consiglieri comunali, di maggioranza e di opposizione. Hanno accettato di farlo i consiglieri Piero Colussi, Roberto Freschi, Daniela Giust, Lorenzo Marcon, Marco Salvador, Adriano Serafini, Samuele Stefanoni, Fausto Tomasello e Mara Turani. Tutti esponenti di minoranza, appartenenti ai gruppi consiliari di Pd, liste civiche e dei Cinque Stelle.
LA CONSEGNA
L’avere raccolto oltre mille firme è però solo il primo obiettivo del comitato che ora dovrà consegnare il “malloppo” con le sottoscrizioni al Comune con l’obiettivo di aprire un confronto con il sindaco Alessandro Ciriani e con la giunta. La consegna avverrà nei prossimi giorni. «Ribadiamo - aggiunge la portavoce - che il comitato è formato da persone animate solo da una grande passione culturale per la storia della città. Non abbiamo alcun obiettivo politico, né siamo contrari alla riqualificazione urbanistica dell’area. Vogliamo solo che un pezzo di storia medievale della città venga tutelato». Si chiede al Comune “di esercitare ogni potere amministrativo e civilistico per negare ed eventualmente revocare ogni autorizzazione, nullaosta o atto d’assenso di sua competenza che si proponga di abilitare l’apertura di varchi nelle antiche mura e in particolare in vicolo del Lavatoio, visto tra l’altro che è stata smentita, grazie all’intervento dei cittadini in Soprintendenza, la “interclusione” dell’area di intervento ed è stato finalmente riconosciuto che essa già gode di servitù di passaggio carrabile attraverso l’area e il portico (appositamente costruito) dell’ex Pastificio Tomadini”. Nei giorni scorsi il sindaco (che ha anche detto di essere impegnato nella ricerca di una soluzione) aveva ricordato che “la trasformazione dell’area da museo a residenziale era stata fatta dalla precedente amministrazione”. A stretto giro aveva risposto il consigliere di Pn1291 Marco Salvador: «È stata l’attuale assessore all’Urbanistica Amirante a cambiare destinazione d’uso”. Insomma, mentre il comitato super quota mille firme contro il varco, la politica continua ad accusarsi a vicenda. Ora bisognerà vedere se la petizione avrà effetto. Il comitato lo spera molto. E spera anche di non dover ricorrere all’altro strumento “popolare”, il referendum comunale. Per il quale, però, servono 1.500 firme.
Ultimo aggiornamento: 10 Giugno, 15:28 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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