PORDENONE - Ha solo sei anni ma è già costretto a confrontarsi con una realtà, quella scolastica, che invece di insegnare l’educazione alimentare, lo ha...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
L’INCUBO MENSA
La scuola sa che il bambino è allergico, lo segnala alla società che ha vinto l’appalto della mensa e, a parte il primo giorno che il piccolo è rimasto a digiuno, i pasti arrivano regolarmente: non contengono proteine del latte o uova, e Paolo può pranzare tranquillamente. Si fa per dire. La scuola non si prende alcuna responsabilità: teme che i bambini si scambino il cibo e non c’è nessuno che può controllare. Ed ecco che dal cappello esce la soluzione meno “impegnativa”, dal punto di vista della scuola: Paolo non deve mangiare nella grande tavola con i suoi compagni. Per lui c’è un tavolino, a parte, che lo isola dal reso del mondo: lui mangia lì. E non è difficile immaginare la sua faccetta triste e i suoi pensieri su quella solitudine imposta. Come se fosse contagioso o avesse fatto qualche marachella. «All’inizio si lamentava - prosegue la mamma -. Ora è come rassegnato».
EDUCAZIONE ALIMENTARE
«L’ora di pranzo viene definita “ora di educazione alimentare” - incalza la madre -, un’ora per insegnare ai bambini cosa sono gli alimenti, le allergie alimentari e cosa comportano. Mio figlio l’ho educato da subito e credo che dovrebbe farlo anche la scuola, con lui e gli altri bambini». Intanto, nonostante la rabbia, le proteste, la ricerca di compromessi per non fare sentire il piccolo Paolo come un bambino “diverso”, nulla è cambiato. Quando scocca l’ora del pranzo, lui si avvia con i suoi compagni verso la sala mensa, dove si dividono: lui se ne va solo soletto nel suo tavolino, mentre gli altri si siedono tutti assieme nel grande tavolo dove tra risate e chiacchiere mangiano come una grande famiglia.
Susanna Salvador Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino