Via il ponte bailey, Cibiana isolata. Un ristoratore: «Devo rimandare indietro 30 persone prenotate»

Il ponte sul Boite sulla strada che porta a Cibiana (foto d'archivio)
CIBIANA -  Bisogna smontare il bailey, posizionato per garantire il transito durante i lavori per la ristrutturazione del vecchio ponte sul Boite della 347, strada...

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CIBIANA -  Bisogna smontare il bailey, posizionato per garantire il transito durante i lavori per la ristrutturazione del vecchio ponte sul Boite della 347, strada regionale; ma questa operazione comporterà nuovi disagi fino al 30 maggio per la gente di Cibiana tanto che il sindaco Mattia Gosetti punta i piedi. Il bailey una volta tolto dalle spalle dove è stato appoggiato verrà spostato sul ponte nuovo e lì smontato per caricarlo sui mezzi e portarlo via. E ci sarà una giornata, proprio quella di sabato, in cui Cibiana sarà isolata a causa della chiusura totale del ponte e la necessaria unica via dalla Val di Zoldo, dove la viabilità sta soffrendo da mesi. E così c’è chi, come Federico Vicentini, titolare del ristorante Taulà dei Bos a Cibiana, che minaccia denunce: «Avrò danni pesanti farò causa a Veneto Strade».

DIVIETI IRREVOCABILI
Ha provato il sindaco a chiedere di fare in altra maniera ma «non hanno sentito ragione» assicura Gosetti. «Non si può perdere un giorno di scuola per un cantiere, non si tratta di emergenza ma di intervento programmato che andava gestito meglio», afferma. Da domani, 26 maggio è infatti previsto il senso unico alternato, regolato da semaforo, dalle 8 alle 18 fino al giorno 30 mentre per sabato 28 è prevista la chiusura totale dalle 7.15 alle 20. La notizia è arrivata all’ultimo ed ha fatto “arrabbiare” il sindaco Gosetti che si è rivolto alla Prefettura. Ieri in mattinata c’è stato l’incontro, ma non sono positive le risposte, «ci hanno detto che abbiamo comunque la possibilità di spostarci dal passo Cibiana, spero che accolgano le richieste che ho portato, che sono il minimo rispetto al disagio che la mia comunità dovrà patire». 

LA COMUNICAZIONE
Alla sua gente, che di problemi sulla strada che porta in paese ne ha avuto tanti, si è rivolto con queste parole: «Desidero sappiate che quando ho saputo di questa chiusura, anticipatami genericamente ad inizio mese, ma confermata nel dettaglio solo ieri, mi sono opposto. La chiusura totale per noi è insostenibile in questi termini per cui ho chiesto: che il cantiere riapra alla circolazione prima possibilmente già dalle 18 così da poter far tornare a casa i lavoratori. Che tra l’ora di pranzo e il rientro degli studenti sia possibile un passaggio quantomeno pedonale, perché gli studenti, e chi avesse necessità, possano rientrare accompagnati da Dolomiti Bus fino al ponte, poi scortati dall’altra parte dove potranno essere recuperati per essere riportati a casa». Un servizio sarà approntato per portare a Cibiana i ragazzi, lo stesso Gosetti si mette a disposizione come volontario, «penso agli studenti ma possiamo accompagnare anche altri se ci sarà bisogno». 

LA DELUSIONE
Ed è particolarmente amareggiato per il preavviso tanto minimo da avergli impedito di informare la popolazione ed organizzare al meglio per le giornate interessate come invece aveva potuto fare lo scorso anno quando si è posato quel bailey che ora bisogna togliere. «Mi dico deluso, capisco che i lavori chiedono sacrifici, che il cantiere va allestito ma non a discapito dei cittadini. Questa è l’ennesima dimostrazione di quanto poco contino le piccole comunità di montagna, per quanto si faccia, per quanto si alzi la voce non vengono ascoltate». 

LA PROTESTA


Una pessima notizia anche per chi lavora come il titolare del Taulà dei Bos Federico Vicentini: «Qualche giorno fa ho sentito indiscrezioni, un cliente che mi ha detto ‘guarda che sabato prossimo forse il ponte sarà chiuso’. Da allora nulla fino alla comunicazione uscita oggi (ieri ndr) sulla pagina del sindaco. Sabato mattina ho un seminario che inizia alle 9 fino alle 17 e 30 persone anche domenica». Spera di riuscire a far arrivare per tempo le persone che partecipano al seminario ma teme di non soddisfare per il pranzo di domenica «gente da Cortina prenotata da un mese per una comunione: mi salta tutto - dice sconsolato - a meno che non lascino la macchina e si facciano 6 chilometri a piedi; dopo 2 anni di covid queste cose non si fanno, mi è stato consigliato di fare causa a Veneto Strade cosa che farò». Vicentini ricorda anche il pericolo che si corre sabato con la chiusura totale: «E se uno sta male? Deve venire l’elicottero». Ma è un po’ il sentimento comune, achiudere la strada con preavviso di soli tre giorni è una vergogna, lavori di questa portata vanno annunciati con ben più largo anticipo, e poi parliamo di turismo». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino