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Il malumore della costa italiana stavolta rompe gli argini. I Comuni del G20 spiagge (i centri del Belpaese con la maggior presenza turistica, tra i quali sei località venete e due friulane) hanno indirizzato una lettera molto dura al governo, contestando in sostanza di essere completamente tagliati fuori dai bandi del Piano nazionale di ripresa e resilienza. La preoccupazione delle venti amministrazioni che rappresentano la tigre nel motore del turismo italico (mettono assieme 70 milioni di presenze, il 16% del volume italiano) è di non poter cogliere una opportunità strategica per il futuro della costa, tra l'altro con la beffa che una delle priorità dei fondi del PNRR è (sarebbe) proprio lo sviluppo e l'innovazione sul fronte del turismo. Nel documento inviato ai Ministri del Governo titolari di funzioni relative al Piano nazionale il network G20 chiede che «siano predisposti bandi con formule adeguate sia per i singoli comuni balneari sia per i relativi consorzi di comuni», con particolare attenzione, solo per elencare i principali, ai settori Turismo e Cultura 4.0, Transizione Energetica e Mobilità locale Sostenibile, Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici.
IN STATO D'ALLERTA
«I sindaci del G20Spiagge - si legge nel testo - sono in stato d'allerta provocato dalla frequenza con cui i nuovi bandi stanno uscendo e dal fatto che non ne sono coinvolti: sanno che se vogliono portare risorse indispensabili per i loro territori è urgente operare ora.
STRATEGIE COMUNI
Un elemento sottolineato con forza è che i comuni della costa italiana sono stati tra i primi ad aderire a una delle principali richieste del Pnrr, ovvero la necessità di fare un lavoro di squadra. «Come è possibile - si chiede Roberta Nesto, sindaca di Cavallino-Treporti e coordinatrice del G20 spiagge - non coinvolgere attivamente nella redazione dei bandi i comuni del G20Spiagge? In questi anni abbiamo costruito una serie di strategie comuni che rappresentano, nei fatti, proprio lo spirito richiesto dal PNRR sia rispetto alla necessità di nuove idee e investimenti sia nell'attuare forme di coordinamento tra enti pubblici e tra gli stessi e i privati». Invece il PNRR, basandosi solo dati demografici, ha assegnato il ruolo di soggetti attuatori ai comuni di maggiori dimensioni e alle città metropolitane.
«In questa situazione - chiosa Valerio Zoggia, sindaco di Jesolo - rischiamo che degli investimenti strategici non coinvolgano un settore importante come quello del turismo. Senza investimenti non riusciremo a realizzare le infrastrutture necessarie ai nostri territori per continuare a rimanere competitivi a livello internazionale: oggi un turista sceglie le destinazioni facilmente raggiungibili, dotate di servizi e infrastrutture». I sindaci - conclude il documento - «sia nelle loro regioni che all'interno delle forze politiche che rappresentano sui territori, sono attualmente impegnati per modificare l'assetto strutturale del PNRR e renderlo affine alle esigenze del comparto, allargando la possibilità della redazione dei bandi». Di qui la richiesta al governo da parte dei sindaci del G20 (tra essi le friulane Grado e Lignano e le venete Bibione, Caorle, Jesolo, Cavallino-Treporti, Chioggia e Rosolina) di un incontro urgente per raddrizzare la situazione.
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Il Gazzettino