Pista da motocross sul prato appena sistemato: ora interviene la Provincia

Così è stato ridotto il prato che la Riserva di caccia aveva sistemato per le passeggiate
PONTE NELLE ALPI - Moto da cross ai Prà Verdi tra Cugnan e Vena d’Oro: i prati sembrano campi di battaglia e ora la Provincia sta predisponendo norme più...

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PONTE NELLE ALPI - Moto da cross ai Prà Verdi tra Cugnan e Vena d’Oro: i prati sembrano campi di battaglia e ora la Provincia sta predisponendo norme più severe che disciplinino l’accesso fuori strada dei mezzi motorizzati. 


IL PRECEDENTE
La Riserva di caccia di Ponte nelle Alpi aveva ripristinato un terreno prativo falciato e curato che attraversa quell’area, e che si stava imboscando, ma negli ultimi tempi è diventata una pista di motocross. «La proprietà privata di Adriana Morassutti – spiega Paolo De Vettor, consigliere per l’Unione montana - sta rovinandosi con solchi e tracce nel terreno. Alcuni anni fa, con 1800 euro, la Riserva di caccia l’aveva ripristinata per permettere il passaggio, ovviamente a piedi. Negli ultimi tempi, però, quel terreno è diventato una via frequentata da appassionati di motocross, che lo stanno danneggiando». Sono evidenti infatti i passaggi che hanno creato dei solchi in mezzo alla proprietà. Ciò che dispiace maggiormente è che quell’opera, che aveva comportato una spesa superiore al migliaio di euro, «era stata concepita per essere percorsa a piedi e, soprattutto, significava essere intervenuti avendo cura del territorio – conclude De Vettor -. Adesso chi sfalcia quel prato ha fatto presente che ci sono le scie di moto che l’hanno, di fatto, danneggiata». Pare che siano già state allertate anche le guardie provinciali che potrebbero controllare il passaggio di quella via tra i prati


PALAZZO PILONI
Della questione è stato interessato anche il consigliere delegato di Palazzo Piloni, Franco De Bon: «La disciplina della motocross e quindi dei percorsi fuori strada è stabilita dalla legge» che ne vieta la pratica nei luoghi non autorizzati. In quel caso si deduce che viene «praticato lo sport in maniera illecita e quindi che ci sarebbe bisogno dell’intervento delle forze dell’ordine». 
Il caso dei Prà Verdi aprono però il dibattito su come vivere la montagna. «Per frequentare certi luoghi bisognerebbe disciplinarne le modalità – commenta De Bon -. È evidente che la montagna ne avrebbe bisogno, proprio per la sua connotazione, il passaggio di mezzi motorizzati dovrebbe essere limitato al minimo indispensabile». 


Si parte delle moto da cross, ma si comprendono i quod e gli altri veicoli da svago che si possono utilizzare nei boschi. 

 

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Il Gazzettino