«Non si può lasciare a terra una persona, dopo averla travolta. Spero che quella donna abbia il coraggio di farsi viva e di chiedermi scusa». A parlare, dopo...
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La settantenne e il figlio, Andrea Simionato, stavano sciando lungo la pista Fertazza nel territorio di Selva di Cadore. Nonostante la giornata limpida in quota il numero di sciatori era comunque esiguo. Una manciata di appassionati in tutto. Andrea precede la madre di una cinquantina di metri. I due scendono senza fretta, con tutta la prudenza necessaria. All’improvviso l’uomo percepisce però che è successo qualcosa. Si volta, nota la madre a terra e una signora accanto a lei. Mentre lui inizia le operazioni per avvicinarsi al luogo dell’incidente è la quarantenne ad andarle incontro.
«Ha chiesto se fossi io il figlio - ricostruisce Andrea - ha aggiunto che mia madre si era fatta male ed è sparita. Quando sono arrivato da lei che era a terra ho avvertito i gestori degli impianti».
Sul posto è immediatamente intervenuto un carabiniere che ha prestato i primi soccorsi alla ferita e l’ha caricata su una barella. Poi siamo andati all’ospedale di Agordo dove è stata sottoposta agli accertamenti necessari e le hanno ordinato il tutore al braccio.
EPILOGO AMARO
«Dopo le dimissioni - proseguono la donna e il figlio - siamo andati dai carabinieri per presentare denuncia, ma purtroppo la Stazione era già chiusa, provvederemo nei prossimi giorni. Ciò che è certo è che non è pensabile che una persona dopo aver travolto qualcuno scelga di lasciarla a terra dolorante, dove è dovuta rimanere per oltre 45 minuti».
LE INDAGINI
Rintracciare l’autrice dell’investimento potrebbe non essere un compito semplice anche se in questi casi l’epilogo non è mai scontato. È proprio per semplificare il lavoro degli investigatori che la donna ha scelto di fare un appello e di chiedere a chi la ha investita di presentasi spontaneamente alle forze dell’ordine, così da ammettere le proprie responsabilità. E magari chiedere scusa. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino