Pier Paolo Pasolini, sassi e bottiglie di vino fra i fiori secchi sulla sua tomba

Pier Paolo Pasolini, sassi e bottiglie di vino fra i fiori secchi sulla sua tomba
CASARSA - Fiori (alcuni già appassiti), sassi colorati, conchiglie, nastri e anche una bottiglia di vino rosso lasciati sulla sua tomba rendono omaggio al poeta e scrittore...

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CASARSA - Fiori (alcuni già appassiti), sassi colorati, conchiglie, nastri e anche una bottiglia di vino rosso lasciati sulla sua tomba rendono omaggio al poeta e scrittore Pier Paolo Pasolini, nei cento anni dalla nascita. Per il consigliere comunale Antonio Marinelli (Per Cambiare) il disordine venutosi a creare sulla tomba è un segno «di degrado, di abbandono di un luogo importante per tutti» e auspica «che al più presto, chi di dovere intervenga per riportare la cura e il decoro che il luogo invece merita». Un luogo diventato meta di pellegrinaggio per gli estimatori di Pasolini.


LA RESPONSABILITÁ

La pensano diversamente, il sindaco Lavinia Clarotto e Flavia Leonarduzzi, presidente del Centro studi Paolini di Casarsa. Il sindaco, pur sostenendo «che bisogna avere rispetto per i defunti e che quindi una bottiglia di vino posata sulla tomba del poeta è forse un gesto fuori posto», rileva «che il cimitero è comunale, ma la tomba è privata. Mantenere l'ordine e il decoro spetta dunque agli eredi di Pasolini, non a noi. In passato si era discusso della possibilità che proprio gli eredi cedessero al Comune l'onere di prendersi cura della tomba del poeta, ma da parte loro ci sono state delle resistenze che noi abbiamo rispettato». Dal momento che a tutto c'è un limite, aggiunge, «quando vediamo situazioni di degrado notevoli, le facciamo notare agli eredi che intervengono prontamente. Come dire, ci veniamo incontro ma una cosa deve essere chiara: «il Comune non può in alcun caso e modo bypassare chi, invece, ha titolo per intervenire».

L'EQUITÁ DI TRATTAMENTO

«Pasolini ammette il sindaco è sicuramente il più illustre tra gli ospiti del cimitero di Casarsa, ma è anche vero che i defunti sono tutti uguali. Se il Comune si dovesse prendere cura della tomba del poeta Pasolini, dovrebbe avere le stesse attenzioni anche per tutti gli altri. Il luogo in cui è stato sepolto non è da considerarsi un monumento, ma una meta di pellegrinaggio che, ogni anno, fa registrare decine di visite. Quello che si trova sopra la tomba di Pasolini non lo bollerei come qualcosa di degradante ma come un segnale di affetto che, a distanza di quasi 50 anni dalla morte, molti nutrono ancora per lui. Ci sono persone che non perdono occasione per andare a far visita alla sua tomba e questo credo sia un qualcosa di magnifico».


IL CENTRO STUDI

«È con profondo rispetto - aggiunge Flavia Leonarduzzi - che tantissime persone si avvicinano alla tomba di Pasolini e lasciano qualcosa di rappresentativo. Prima, però, gli estimatori di Pasolini vengono al Centro studi quasi per assaporare il profumo della sua casa, ma anche per conoscere i luoghi dove in gioventù ha mosso i suoi primi passi da intellettuale. Mercoledì - aggiunge - una persona che aveva acquistato online due volumi su Pasolini è voluta venire di persona a ritirarli, perchè era da quindici anni che mancava da Casarsa e ci teneva a rivedere questi spazi pieni di ricordi. Poi oltre ai volumi sorride Leonarduzzi ma anche acquistato una serie di libri inerenti ai convegni che organizziamo». E dopo la visita al Centro si recano in cimitero. «Sono tante le persone che arrivano con un fiore o con qualche oggetto da lasciare sulla tomba: ognuno porta ciò che crede. È vero, dopo un po' di tempo è necessario fare un po' di ordine e pulizia ma a quello osserva la presidente della Centro studi ci pensano gli eredi che solitamente contattano una ditta specializzata. Chi va a fargli visita lo fa per portagli un pensiero e per ricevere, in cambio, ciò che Pasolini, a 46 anni dalla sua scomparsa, è ancora in grado di trasmettere: emozioni che non si possono raccontare».

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Il Gazzettino