Stalker a soli 15 anni e per di più prendendo di mira un anziano che aveva come unica “colpa” quella di abitare vicino al giovane bullo. La storia fatta di...
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E adesso che le indagini sono concluse, il 15enne è stato denunciato per atti persecutori. All’inizio le frecciatine del ragazzino sembrano solo un passatempo di cattivo gusto: il 15enne prende in giro l’anziano quando lo incrocia, «vecchio» gli dice ogni volta che lo vede in cortile o per strada. Poi i toni si fanno sempre più pensanti, fino ad arrivare agli insulti. La vittima lo rimprovera, gli chiede di smetterla. Ma anziché esaudire la richiesta capendo di aver superato il limite, il ragazzino reagisce con dei gesti di rappresaglia: danneggia la cassetta delle lettere, lancia manciate di sassi contro il suo vecchio furgone parcheggiato in cortile. Arriva persino a scagliare pietre contro il pensionato, per fortuna senza mai ferirlo. Ma le vessazioni non finiscono qui: ai dispetti si aggiunge infatti lo scherno virtuale nel mondo dei social. Il ragazzino, infatti, aveva aperto un falso profilo social utilizzando il nome dell’anziano per farsi beffe di lui visto che sulla pagina venivano caricate foto in posizioni buffe. Scatti ridicoli, a tratti umilianti, fatti senza che il diretto interessato ne fosse al corrente e dati in pasto alla rete senza la sua autorizzazione. Forse il 15enne sperava che questa sua bravata non venisse a galla, contando sul fatto che Instagram è frequentato soprattutto dai giovani. Difficile che un uomo di 87 anni si accorga di essere sbeffeggiato su quel social network. Invece l’anziano, che abita con la moglie, è stato avvisato dai suoi familiari. Forse è stata proprio la gogna pubblica la goccia che ha fatto traboccare il vaso, spingendo la vittima a denunciare il suo persecutore. Uno scenario che l’adolescente potrebbe non aver messo in conto, convinto di passarla liscia. Ai carabinieri che lo hanno ascoltato, il bullo non ha fornito nessun motivo che potesse in qualche modo spiegare il suo accanimento sull’anziano, di cui i genitori pare non fossero al corrente. Bullismo e stalking in apparenza gratuiti, che ricordano, pur avendo toni molto più smorzati, altri casi di cronaca successi di recente. Come quello di Antonio Stano, il 66enne di Manduria (Taranto) preso di mira da una baby gang. Insulti, calci, pugni e torture fino all’ultimo pestaggio, talmente efferato da ridurlo in fin di vita. Il pensionato era morto il 23 aprile scorso dopo 11 giorni di agonia. Nel caso del ragazzino di Piacenza d’Adige l’accusa è di atti persecutori. Dopo la denuncia fatta dai carabinieri della stazione locale, sarà la Procura del Tribunale dei minori di Venezia a valutare come procedere nei suoi confronti. Nel frattempo sono stati attivati i servizi sociali.
Maria Elena Pattaro Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino