MESTRE - Luca (il nome è di fantasia) è sereno, una serenità che non avrebbe nessuno dopo essere finito all'ospedale, massacrato di botte alle 17...
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Luca, col fratellino di 10 anni, che è stato aggredito per primo, racconta: «Noi eravamo 5: io mio fratellino e altri tre amici. Stavamo sulle panchine in fondo alla hall e ci divertivamo a fare qualche gioco di prestigio con le carte. Loro erano una trentina, un paio di tavolini più in là. Hanno iniziato a prendersela con mio fratello più piccolo, dicevano che quelli erano giochi da bambini, lo sfottevano. Io ho cercato in tutti i modi di far finta di niente, li ho pregati di lasciar perdere. E ho costretto mio fratello a non reagire».
Ma ad un certo punto è scattato l'attacco: «Abbiamo sentito uno che diceva, dai facciamo rissa». «Uno mi ha spiaccicato contro il muro e mi ha stretto il collo, stavo per morire soffocato, ero diventato cianotico».
Luca ha perso i sensi e quando era a terra è stato colpito con pugni e calci.
Fra gli aggressori, uno in particolare, sui sedici anni, stra-fotografato dai telefonini di chi era presente all'aggressione e quindi facile da individuare. E' lui che ha iniziato a provocare il fratellino di Luca, è lui che si è messo d'impegno a picchiare. Come dimenticare che il 2 settembre 2012, in via Verdi, una aggressione simile è finita con la morte di Gabriele Sinopoli, che aveva avuto l'unica colpa di trovarsi nel momento sbagliato nel posto sbagliato, mentre in zona c'era un altro gruppo di teste vuote che cercava la rissa. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino