In seimila lungo i sentieri del disastro del Vajont: richieste anche dalla Sicilia

Percorsi della memoria
LONGARONE  - «Confesso che il colpo d’occhio, 6000 partecipanti quasi tutti con la maglietta rossa, era uno spettacolo davvero coinvolgente che si poteva ammirare...

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LONGARONE  - «Confesso che il colpo d’occhio, 6000 partecipanti quasi tutti con la maglietta rossa, era uno spettacolo davvero coinvolgente che si poteva ammirare anche dall’area Fiera, dove erano fissate partenza e arrivo». Renato Migotti, presidente dell’Associazione ‘Vajont - il futuro della Memoria’ che ha curato l’organizzazione dei ‘Percorsi della memoria’ si presta con grande disponibilità a commentare l’edizione 2022 di un evento che, anno dopo anno, si è saputo ritagliare uno spazio importante. La più diretta ed evidente conferma arriva dal numero degli iscritti: 6000, appunto, cioè il massimo previsto dagli organizzatori, con il tutto esaurito raggiunto oltre dieci giorni prima della chiusura delle iscrizioni. 


Un numero tanto più eloquente se si pensa che questa edizione arriva dopo la cancellazione del 2020 e dopo l’edizione ridotta, “solo” 3000 partecipanti, dello scorso anno. «In effetti - continua Migotti - credo di poter affermare che la capacità attrattiva della nostra manifestazione che prevede il passaggio su tratti di strada e su sentieri interrotti o distrutti nel disastro del 9 ottobre 1963, è rimasta inalterata nel tempo. Quest’anno siamo tornati a pieno regime, con richieste di partecipazione che hanno largamente superato il limite che, forti delle passate esperienze, ci eravamo posti. Persone arrivate fin dalla Sicilia, Puglia, Calabria, Sardegna per un evento che altro non offre se non una storia e un suggerimento, uno stimolo a ragionare sui comportamenti umani». 
Tra le conferme, uno degli aspetti forse di maggior valenza è stata la conferma della partenza libera. A ben vedere si tratta della logica conseguenza della scelta di abbandonare la stesura delle classifiche, privilegiando il valore partecipativo dell’evento stesso. Una scelta che, tra l’altro, ha permesso di diluire il lungo serpentone dei partecipanti. «Poter arrivare all’area partenza, in Fiera, tra le 8 e le 10, ottenere la verifica dell’iscrizione e ritirare il pacco gara senza l’assillo del tempo è, certamente, il giusto modo per rendere più amichevole, più coinvolgente - fin dalla pre partenza - questo evento. E di evitare quei colli di bottiglia che, inevitabilmente, si formano in caso di partenza vincolata». 
In effetti, una massa di 6000 persone da far defluire all’interno di una zona come i dintorni di Longarone, rappresenta un bel problema. Peraltro brillantemente risolto con queste ‘partenze intelligenti’. Confermati, intanto, i tre percorsi (rispettivamente di 9, 16 e 24 km) che si snodano attraverso gli antichi sentieri che rappresentavano gli unici collegamenti tra le comunità del comprensorio - Casso, Erto, Castellavazzo e Longarone; percorsi che, per l’occasione, hanno offerto la possibilità di percorre aree solitamente vietate al pubblico, come le gallerie di servizio della diga.

«Oggi il tempo ci è stato amico - prosegue Migotti - ma, causa le abbondanti precipitazioni dei giorni precedenti, qualche tratto si è rivelato impegnativo. Una volta di più, però, i volontari hanno permesso uno svolgimento assolutamente regolare». Un patrimonio di assoluto valore, quello dei volontari (nell’elenco dei collaboratori della manifestazione ci sono una trentina di Associazioni, tra Protezione civile e volontariato per un totale di oltre 300 persone) sui quali poter contare. «E’ vero. Ed è giusto, è doveroso rinnovare il più sentito grazie. Poi, certo, come tutto il mondo del volontariato si sconta l’innalzamento dell’età media; ma, intanto, ci godiamo questa giornata». Qualche curiosità a margine. Davvero c’erano partecipanti di ogni età: dagli ultra novantenni ai giovanissimi di qualche mese; e poi i Gruppi, come il trevigiano ‘Passo dopo passo’ con quasi 100 partecipanti. A fare gli onori di casa il sindaco, Roberto Padrin assieme al collega di Vajont, Virgilio Barzan; quello di Erto e Casso, Antonio Carrara, è rimasto su a coordinare i volontari. Un bel segno che attesta come il senso di comunità, qui sia davvero reale!
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Il Gazzettino