Dal pediatra solo col tampone: «Tempi troppo lunghi, così i bimbi peggiorano»

Dal pediatra solo col tampone: «Tempi troppo lunghi, così i bimbi peggiorano»
PADOVA - «Un disagio ormai generalizzato in provincia e che sta creando non pochi problemi alle famiglie che, avendo figli in età pediatrica, prima di poterli far...

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PADOVA - «Un disagio ormai generalizzato in provincia e che sta creando non pochi problemi alle famiglie che, avendo figli in età pediatrica, prima di poterli far visitare in ambulatorio devono affrontare i lunghi tempi di attesa per il tampone. Ùrge una rapida modifica delle disposizioni in materia».


Si fa portavoce di tante mamme e papà, avendo vissuto lui stesso la situazione con il figlio di 5 anni, Andrea Collesei, presidente della Nuova associazione dei farmacisti non titolari di Padova. «Si è costretti a stare al freddo, con il rischio di aggravare le condizioni del bambino. E poi ci sono i diversi giorni di attesa dell'esito del tampone, perché negli ambulatori dei pediatri si può accedere esclusivamente con l'esito negativo accertato con l'esame molecolare, non con il tampone rapido spiega. Non si ritiene attendibile il tampone rapido, quindi le famiglie devono fare quello molecolare prima di poter portare il loro bimbo dal pediatra». E, in caso di sintomi sospetti, bisogna per forza recarsi in uno dei punti tampone, non in farmacia.
«Ormai in ogni centro se va bene si attendono almeno due ore all'aperto, con tutte le conseguenze del caso. Poi comincia l'attesa dell'esito, ormai arrivata a quattro-cinque giorni, se va bene. Se il bambino sta poco bene, si può aggravare la situazione. Un semplice raffreddore si deve poi curare con un antibiotico. Occorre veramente un cambio di marcia nei tempo più breve possibile».
«I pediatri hanno fatto e continuano a fare la loro parte, senza assolutamente tirarsi indietro dalle loro competenze professionali ribatte Franco Pisetta, presidente regionale della Federazione italiana medici pediatri. Se i tempi di analisi dei tamponi molecolari non sono più di 24 ore, ma superiori, non è certo colpa dei pediatri, ma del sistema di analisi. Al di là di questo, nello specifico del nostro lavoro stiamo attuando quanto previsto dalla normativa in vigore dalla prima fase della pandemia. Quindi per preservare le strutture ambulatoriali dalla diffusione del virus, è previsto l'accesso dei pazienti dopo aver effettuato il tampone molecolare, il cui risultato è specifico. Certamente la vaccinazione sta contribuendo al miglioramento della situazione, seppur il vaccino non impedisca la trasmissione del virus».

«I piccoli pazienti e le loro famiglie non vengono lasciati assolutamente soli. C'è un rapporto di fiducia, ogni caso è tenuto sotto controllo telefonicamente nel periodo di attesa valutando i sintomi aggiunge Pisetta. Laddove la situazione clinica dovesse indicare delle criticità, si avvia il paziente al pronto soccorso, nell'altro caso la visita avviene in ambulatorio adottando tutti i protocolli di sicurezza. I pediatri hanno visitato e visitano, osservando le disposizioni attualmente in vigore. Tra pediatra e famiglie non credo ci siano situazioni inderogabili. Nella prima fase della pandemia i tamponi rapidi avevano un certo margine di errore, adesso ci sono quelli con una elevata sensibilità. Se ce li mettessero a disposizione annuncia il presidente dei pediatri per noi non ci sarebbero problemi di sorta nell'effettuare il controllo direttamente negli ambulatori e in base al risultato svolgere poi la visita».

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Il Gazzettino