Centrale a biogas a Papozze: via libera della Regione e il Comune prepara il ricorso

la protesta dei residenti contro il progetto di Valsugana Green energy
PAPOZZE - Come l’Araba fenice risorge dalle proprie ceneri, torna ad affacciarsi prepotentemente a Papozze lo spettro dell’impianto di produzione di biogas a...

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PAPOZZE - Come l’Araba fenice risorge dalle proprie ceneri, torna ad affacciarsi prepotentemente a Papozze lo spettro dell’impianto di produzione di biogas a partire da pollina ed altre deiezioni animali, scarti vegetali da produzioni ortofrutticole e cerealicole della Valsugana Green Energy. E più che un fantasma stavolta sembra proprio aver assunto corpo, delineandosi in maniera concreta alle porte del piccolo paese nel Parco del Delta del Po. Un insediamento da farsi nell’area agricola dell’ex azienda agricola Manzolli, lunga la strada provinciale Eridania Est, a poche centinaia di metri dall’abitato, già fortemente contrastato negli anni passati dall’Amministrazione comunale e dalla comunità tutta che nel 2017 si era costituita in un Comitato in favore della tutela della salute dei cittadini e dell’igiene ambientale inscenando diverse manifestazioni di protesta. 


REGIONE FAVOREVOLE
Ne ha comunicato la concreta possibilità il sindaco Pierluigi Mosca nella recente seduta del Consiglio comunale, dando lettura del verbale della conferenza dei servizi che ha concesso l’autorizzazione alla realizzazione del progetto dell’azienda, nonostante il parere negativo del tecnico comunale. La procedura amministrativa avviata su istanza della Valsugana Green Energy ha coinvolto gli organismi della Regione Veneto, che contestualmente al rilascio dell’autorizzazione hanno disposto una variante agli strumenti urbanistici comunali. «L’impianto, le opere e le infrastrutture connesse all’esercizio dell’impianto sono state dichiarate di pubblica utilità, indifferibili ed urgenti» – ha letto nel verbale il sindaco, ricordando come il rifiuto al rilascio dell’autorizzazione formulato dell’Amministrazione comunale nel 2019 era motivato dal fatto che l’impianto era in contrasto con la regolamentazione urbanistica.

PRONTO IL RICORSO
«Il nostro tecnico comunale – ha proseguito Mosca - ha espresso il parere contrario del Comune, facendo rilevare gli elementi di contrasto con il piano degli interventi e il mancato rispetto della distanza minima reciproca tra diversi insediamenti, con un’area di servizio carburanti e bar ad appena 128 metri di distanza invece dei 300 previsti».

La Regione Veneto procederà dunque ad apportare la variante urbanistica perché la costruzione dell’impianto possa procedere. «Ma non finisce qui – ha preannunciato Mosca, impegnando l’Amministrazione comunale. L’autorizzazione è stata accordata nonostante il parere negativo del nostro tecnico. Consulteremo un legale di fiducia con specifiche competenze in materia per verificare la possibilità di un ricorso al Consiglio di Stato. Comunicheremo al Consiglio ed alla comunità il suo parere».  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino