Paolo, il poliziotto-atleta: di corsa sulla cima del vulcano in Ecuador

Paolo Venturini in una delle sue corse
PADOVA - Nel celebre spot televisivo di un po’ di anni fa, dal tavolino di un bar un distinto signore pubblicizzava un amaro "contro il logorio della vita moderna". Tra pochi...

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PADOVA - Nel celebre spot televisivo di un po’ di anni fa, dal tavolino di un bar un distinto signore pubblicizzava un amaro "contro il logorio della vita moderna". Tra pochi giorni invece c’è chi verso il logorio ci andrà deliberatamente, ed anzi le cerca tutte per sottoporsi a condizioni di stress fuori dalla normalità.


Ma si tratta di un atleta con capacità fuori del comune, Paolo Venturini. La nuova impresa del poliziotto ultramaratoneta è "Maximum quota": per realizzarla ha individuato in Ecuador un vulcano alto 6.310 metri, il Chimborazo, che salirà partendo dal livello del mare ed affrontando di corsa i 250 km che separano la città di Guayaquil dalla vetta innevata.



Lo farà senza acclimatazione alla quota, passando a tappe serrate dalle temperature equatoriali della pianura al più temperato ambiente andino, fino al rarefatto clima della vetta, dove l’ossigenazione si riduce del 60% e la potenza aerobica espressa dall’atleta cala del 50%.

Un progetto che non implica solo fatica ma anche dei rischi, perchè si sa quanto sia importante consentire al fisico il tempo di adattarsi a condizioni così estreme, nelle quali non solo la stanchezza muscolare entra in gioco a sfavore ma pure ogni elemento fisiologico ed anche mentale.

L’atleta della Polizia di Stato non è tuttavia uno che gioca le sue carte senza consapevolezza, anzi. Venturini sa benissimo a cosa va incontro e si prepara scrupolosamente, con grande attenzione a tutti i particolari ed aspetti di ogni sua singola "avventura". E nel suo curriculum impressionante ne ha a decine. Alcune anche non riuscite fino in fondo, ma la rinuncia, a volte necessaria letteralmente per sopravvivere, fa parte della capacità e dell’equilibrio nell’affrontare l’estremo.

L’impresa, alla quale lavora da più di un anno, è imponente: con lui saranno una decina di persone, dallo staff medico che lo terrà costantemente sotto controllo alla troupe che lo filmerà, fino alle guide andine che lo accompagneranno nella parte finale, l’attacco alla cima del vulcano Chimborazo.

Le condizioni a cui si espone non sono simulabili in allenamento e questo è lo scopo della presenza dei medici che garantiranno l’incolumità di Venturini ma anche studieranno la sua risposta a questo portentoso "logorio" con finalità scientifiche. Tra loro anche un esperto in neuropsicologia, che dovrà capire se Paolo inconsapevolmente si dovesse spingere oltre i limiti.


A impresa compiuta, dovrà anche scendere con le sue gambe, e la cosa certamente non sarà da poco, dopo una simile sfaticata, perchè a quelle quote gli elicotteri non possono arrivarci senza rischiare problemi. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino