Chi sostituirà Paolo Saviane in Senato? Il posto potrebbe andare a Forza Italia

Paolo Saviane in primo piano
BELLUNO - Mentre la politica è ancora in lutto per la morte di Paolo Saviane, la democrazia non ammette vuoti e si interroga già su chi potrebbe prendere il suo...

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BELLUNO - Mentre la politica è ancora in lutto per la morte di Paolo Saviane, la democrazia non ammette vuoti e si interroga già su chi potrebbe prendere il suo posto in Senato. Una risposta non facile, tanto che per raccapezzarsi tra regolamenti e ripescaggi è necessario il parere di un tecnico. E non è detto che basti, dato che ad avere l'ultima parola è la Giunta per le elezioni del Senato che ha potere non appellabile. Basta quindi una diversa interpretazione dei regolamenti per mandare tutto all'aria e decidere che, nonostante tutto, si debba fare diversamente. A provare a capire cosa succederà al seggio in Senato, che era di Paolo Saviane, ieri è stato Claudio Rizzato, responsabile dell'Osservatorio Regionale della Regione Veneto.

LA SURROGA

Saviane era stato eletto nella lista pluri nominale della Lega, nella circoscrizione Veneto uno. Una circostanza che evita le elezioni suppletive e impone di procedere per surroga. In corsa assieme a lui altri tre: Sonia Fregolent, Nadia Pizzol e Gianpaolo Vallardi, anche loro oggi inquilini di Palazzo Madama. In questo caso non ci sono dubbi su come procedere: la norma prevede che si debba pescare dalla stessa lista del collegio attiguo. Ma il copione si ripete: il ministro Erika Stefani, Sonia Fregolent (che era candidata in tutti e due i collegi), Andrea Ostellari e Cristiano Zuliani hanno il loro posto. E a questo punto le cose si complicano. «Se neanche ciò basti - spiega il regolamento - si attinge ai migliori perdenti nei collegi uninominali della circoscrizione». In questo caso, però, la lega era in coalizione con Forza Italia e risulta aver già fatto scattare il seggio dell'uninominale. Quello della presidente Alberti Casellati.

«ULTERIORE INCAPIENZA»

La legge elettorale che non contempla vuoti di democrazia però prosegue oltre: «In caso di ulteriore incapienza, si procede proclamando eletti i candidati delle liste collegate in coalizione presentati nel collegio plurinominale originario e, poi, negli altri collegi plurinominali della circoscrizione». Insomma bisognerà andare a pescare tra le liste meglio posizionate della coalizione. Forza Italia, in questo caso. Ma anche qui lo scorrimento non è agevole. In Veneto 1 i quattro candidati sono tutti già in parlamento: Roberta Toffanin e Andrea Causin, oltre a Maria Elisabetta Alberti Casellati e Niccolò Ghedini che erano candidati anche nel collegio Veneto 2. Nel Veneto 2 è stato eletto anche Giuseppe Massimo Ferro.


IL NOMEC'è dunque una sola candidata in quota Forza Italia che non è ancora a Roma: si tratta di Luigia Modonesi. Coincidenza vuole che Modonesi, classe 1960, già sindaco per due mandati consecutivi, proprio in queste ore abbia annunciato la sua ricandidatura alla guida del suo comune: Fiesso Umbertiano in provincia di Rovigo. «La commissione si deve riunire - ha spiegato ieri l'interessata - ed è presto per fare valutazioni. Il quadro si chiarirà nella prossima settimana - commenta - Lungi da me prevedere questo scenario. Al momento, comunque, ho preso un impegno con i miei concittadini candidandomi a sindaco e intendo tenervi fede». In corsa con lei per il posto lasciato vacante in Senato c'è anche Bartolomeo Amidei (Fratelli d'Italia). «Bisognerà vedere le valutazioni della commissione - precisa ancora Modonesi - Il fatto di aver ricoperto a lungo sia il ruolo di vicesindaco e poi di sindaco mi ha dato però la capacità di affrontare difficoltà e imprevisti con serenità».
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Il Gazzettino