La sbandata che li ha condannati forse innescata da un malore

L'auto dei Cecchinato distrutta dall'impatto con il camion
PADOVA - Un malore del conducente è la causa più probabile della tragedia dell’altra sera sulla Valsugana, in comune di Levico, in cui è rimasta sterminata un’intera...

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PADOVA - Un malore del conducente è la causa più probabile della tragedia dell’altra sera sulla Valsugana, in comune di Levico, in cui è rimasta sterminata un’intera famiglia padovana: Mario Cecchinato, 70 anni, alla guida il figlio Gianluca di 46 e la moglie Carmela Cutrupi di 64, residenti in città, in via S. Maria in Vanzo 68, rimasti incastrati tra il parabrezza e le lamiere accartocciate di quella che era una Vokswagen Passat.




Il drammatico incidente, accaduto giovedì poco prima delle 19.30 sulla statale della Valsugana, alle «Alte di Campiello», tra Levico e Novaledo. Erano a bordo della loro vecchia Passat station wagon e stavano viaggiando verso Borgo Valsugana. Nel tratto di strada a due corsie che precede la discesa di Campiello (dove la Supervalsugana torna a 4 corsie) la macchina è sbandata, ha invaso l’altra corsia e ha sbattuto violentemente contro un camion che viaggiava verso Pergine.



Un impatto violento che ha provocato lo sfondamento del muso del Tir e che ha fatto girare di 180 gradi il verso dell’auto.

L’uomo al volante, Mario Cecchinato è morto sul colpo, così come Gianluca. La donna, che viaggiava nel sedile anteriore del passeggero, è stata la prima ad essere estratta dalla Passat. I sanitari hanno provato a farle il massaggio cardiaco, ma purtroppo senza successo.

Troppo pesanti le conseguenze dell’impatto contro il mezzo pesante, che pure ha fatto di tutto per frenare. Sull’asfalto sono infatti ben visibili i segni del tentativo dell’autista di fermare la corsa del Tir. Ma carico di cubetti di pietra com’era, Albert Stecher, della Val Venosta, ci ha messo almeno una quarantina di metri e forse più per fermare il suo camion.

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Il Gazzettino