Frode fiscale da 27 milioni di euro: 14 arresti e cassette stipate di soldi

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PADOVA - Portata alla luce dalla Guardia di Finanza di Padova una gigantesca frode fiscale: scoperte fatture false per 27 milioni di euro, 14 arresti per reati fiscali e riciclaggio e maxisequestro di beni. Oltre al danno, la beffa paradossale: uno dei principali problemi della banda di criminali era non tanto organizzare la frode, quanto riuscire a far entrare tutte le mazzette di denaro contante nelle cassette di sicurezza aperte presso le banche estere. Insomma, il denaro era troppo e occupava troppo spazio.

GLI ARRESTATI
Sei sono i soggetti arrestati (5 in carcere ed 1 ai domiciliari), mentre per altri 8 è stato disposto l’obbligo di presentazione quotidiana alla polizia giudiziaria. Gli indagati sono invece in tutto 35, tra cui soprattutto soggetti originari delle province di Vicenza e Padova. Disposto anche il sequestro di beni per oltre 1,3 milioni di euro. In manette anche Antonio Giuseppe Castelcuccio, Manuel Donatelli e di Monica Gasparovicova, questi ultimi tre referenti di alcune società estere. Un arresto domiciliaro nei confronti di Adriano Schiratti, consulente fiscale incaricato di risolvere i problemi del gruppo.

LA BANDA E LE INTERCETTAZIONI
A capo della banca c'erano erano il padovano Bruno Antonello (classe ’56) ed il vicentino Massimo Benetti (classe ’60), portati in carcere. Entrambi avevano organizzato un grosso giro di fatture false,  lo stesso Antonello, nel corso di una conversazione intercettata spiegava così il concetto ad uno dei complici: “… no, ma con il commercio Massimo perde soldi … perderebbe soldi a nastro .. Massimo .. se non facessimo le fatture, il commercio lascia stare, se non facessimo l’Iva, noi con il commercio faremmo danni …”. 

LE SOCIETA' CARTIERE
Le indagini del Gruppo di Padova hanno tra l’altro consentito di ricostruire l’operatività, dal 2009 ad oggi, delle seguenti cartiere: GI.&GI. S.r.l. (2009/2010), PETRA S.r.l. (2010/2011), OMEGA GROUP S.r.l. (2011/2013)  - da non confondere con l'omonima Omega Group Srl di Quarto d'Altino, che fa capo Franco Marcati e si occupa di software gestionali e servizi - VEMAR TRADE S.r.l. (2013), GZ TRADING S.r.l. (dal 2014) e MATANE S.r.l.s (dal dicembre 2015). Le stesse sono state usate per emettere fatture false nei confronti di una serie di società (tra cui la MARPELL S.r.l., la IMAPEL S.r.l. e la BIPELL s.r.l.), soprattutto venete, per un ammontare complessivo, ancora in fase di esatta quantificazione, di quasi 27 milioni di euro. Una volta ottenuto il pagamento delle fatture false, le società cartiere provvedevano a bonificare gli importi sui conti di 5 società estere, una con sede in Slovacchia, una in Polonia, una in Ungheria e due nella Repubblica Ceca, tutte gestite dal sodalizio criminale ed aventi la finalità di riciclare i proventi illeciti della frode. Nelle comunicazioni gli interlocutori, per limitare il pericolo derivante da possibili intercettazioni, non utilizzavano direttamente il nome degli istituti di credito ma si riferivano a colori (es. rossa, verde, azzurra) per indicare la banca presso la quale effettuare l’operazione.

TROPPI SOLDI: NON ENTRAVANO NELLE CASSETTE

Una volta ottenuto il pagamento delle fatture false, le società cartiere provvedevano a bonificare gli importi sui conti di 5 società estere, con sede in Slovacchia, Polonia, Ungheria e Repubblica Ceca. Spettava ad Antonello e Benetti andare all'estero per prendere dai sodali il denaro in contanti, riportandolo in Italia. Il giro di denaro era talmente elevato che uno dei problemi principali era quello delle spazio nelle cassette di sicurezza. In una conversazione, ad esempio, Antonello dice a Benetti che nella cassetta di sicurezza della banca di Brno (Rep.Ceca) ci sono 25 pacchi di banconote da 100 euro e che, per chiuderla, ha dovuto comprimere le mazzette. 
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Il Gazzettino