PADOVA L’ex carabiniere Dino Maglio, a processo con l’accusa di avere narcotizzato e violentato 14 turiste straniere, ieri in aula ha fotografato con il telefono...
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IN AULA
L’ex carabiniere Dino Maglio, ieri, ha impugnato il suo telefono cellulare per fotografare due vittime, una statunitense e una portoghese. Il presidente del Tribunale collegiale si è subito accorta e ha richiamato l’imputato. Quindi è stato avvisato un carabiniere a guardia del Tribunale e il militare ha ordinato a Maglio di cancellare ed eliminare gli scatti dal suo smartphone. In un secondo momento la giuria ha verbalizzato quanto accaduto in aula. Intanto ieri è andata in scena l’arringa dell’avvocato difensore. Il legale ha sottolineato come il procedimento nei confronti del suo assistito sia solo un processo mediatico, e soprattutto che non sono state raccolte prove sul fatto che abbia narcotizzato le turiste presunte vittime di violenza sessuale. La settimana scorsa, nella giornata di venerdì, il Tribunale del riesame ha respinto la richiesta del legale di attenuare le misure restrittive nei confronti del 38enne di Sturbo in provincia di Lecce, che dopo avere scontato 5 anni di carcere (violenza sessuale e detenzione di materiale pedopornografico), ha l’obbligo di dimora nel piccolo comune salentino.
I FATTI
Dino Maglio, in questo nuovo processo a suo carico, è accusato di avere narcotizzato e stuprato quattordici turiste straniere. Ragazze che ospitava nel suo appartamento dell’Arcella dove, secondo l’accusa, le drogava e le violentava. Tutte giovanissime che lo contattavano tramite il sito Couchsurfing perché volevano essere ospitate per trascorrere qualche giorno a Padova e visitare Venezia. Per l’accusa la serie di violenze è iniziata nel 2013, quando a marzo sono arrivate le prime ragazze. Alcune delle giovani hanno testimoniato in aula con l’aiuto di un interprete e hanno risposto a tutte le domande formulate dal magistrato. In particolare tre amiche portoghesi hanno ricordato quei giorni dell’agosto del 2013, quando sono state ospitate a casa dell’ex carabiniere in zona Arcella. Tutte e tre hanno dichiarato: «Durante la cena a casa di Leonardo (così si faceva chiamare Maglio ndr) abbiamo bevuto solo un paio di bicchieri di vino. Dopo alcuni minuti ci siamo sentite stordite. Ci ricordiamo solo che siamo finite in una discoteca dove c’era una sfilata di moda». Ma una delle tre compagne di viaggio ha detto: «Io ho bene presente quando Leonardo mi ha toccato nelle parti intime, sullo stesso letto dove stava riposando la madre». E Dino Maglio, da queste pesanti accuse, si è sempre difeso così: «La verità è che le ragazze si sono ubriacate da sole».
Marco Aldighieri Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino