PADOVA - Non sarà più vietato chiedere la carità a Padova. Il sindaco Giordani porta in consiglio comunale la modifica del regolamento di polizia urbana messo...
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NON AI POVERI
«Intendiamoci, non sono un buonista. Ma perché punire un povero? Non è già stato punito dalla vita? Dunque chi chiede la carità senza dare fastidio a nessuno e senza essere invadente in una città civile non è punito perché la povertà in sé non è una colpa. Dunque era un provvedimento inutile e feroce contro chi non ha nulla. Invece deve essere chiaro che se chiedi soldi in maniera molesta, sei invadente, disturbi le persone, usi minorenni, sei arrogante con i cittadini e li fai sentire a disagio devi essere multato, e lo stiamo continuando a fare da quando sono diventato sindaco».
«PREVENZIONE»
Da quando è arrivato, un anno fa, Giordani ha mostrato un altro modo di fare sicurezza. «La sicurezza è anzitutto prevenzione di lungo termine, cioè mettere in atto oggi provvedimenti e scelte che daranno i loro frutti gradualmente ma in maniera costante. Ad esempio vetrine aperte e manifestazioni nei quartieri. Ne stiamo facendo di continuo. Poi come Giunta abbiamo scelto di incrementare i fondi con centinaia di migliaia di euro per attività che facciano incontrare la gente, non più solo nel nostro centro storico ma in tutti i quartieri. Il diritto a incontrarsi e a non sentirsi più soli vale per chi sta in piazza come per chi sta in periferia. Dove c'è un momento di festa e cultura c'è un delinquente che deve fare armi e bagagli e allontanarsi, il deserto non porta sicurezza, la luce, come il progetto di illuminare a led tutta l'Arcella con 20 milioni, invece sì».
DASPO
Però fra poco anche a Padova sarà possibile il daspo urbano (in pratica un allontanamento) applicato a parchi, scuole e luoghi turistici. Provvedimento al vaglio della commissione sicurezza proprio domani. «Il daspo è uno strumento che viene dai provvedimenti Minniti e che recepiremo come regolamento di polizia urbana. Può essere uno strumento in più ma guai a dargli facoltà miracolistiche, guai a usarlo per fare propaganda con provvedimenti spot che magari colpendo qualche poveraccio a strascico puntano solo a fare notizia. Va usato con intelligenza e misura nelle situazioni di vero pericolo o criticità sennò perde di efficacia. Poi va fatta chiarezza, il daspo non lo firma e dispone il sindaco ma gli agenti di polizia locale dove necessario e poi in ultima istanza solo il Questore può decidere provvedimenti più stringenti. La retorica dei sindaci sceriffo non serve ai cittadini per essere più sicuri».
VOLONTARI
A proposito di cittadini, dopo la firma del protocollo con il prefetto il controllo di vicinato sta per diventare realtà. Fra poco cominceranno i corsi per i volontari. «Ai cittadini dico, non accontentatevi dell'illusione di percepire un quartiere più sicuro per una notte perché riusciamo a fare un servizio in più. Quello che invece si deve chiedere a un amministrazione è di immaginare trasformazioni in meglio di un quartiere tramite grandi operazioni che cambiano per sempre le zone più critiche. Questo stiamo provando a fare, un esempio è porre la nuova questura in via Anelli. Quanto ai volontari non faranno certo gli sceriffi». «Quello che invece mi sento di rivendicare come nostro - conclude - è aver finanziato il progetto che triplica la videosorveglianza con oltre 600 punti di osservazione attivi a regime in tutta la città».
Mauro Giacon
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Il Gazzettino