Troppa farina e poche pizze, il Fisco multa due ristoratori di 360mila euro

Il ristoratore Mauro Furlan, 51 anni
PADOVA - Battaglia per il pane... della pizza. «Il ricorso dei due ristoratori è stato respinto e il Fisco ha vinto il contenzioso». Agenzia delle Entrate torna oggi sulla...

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PADOVA - Battaglia per il pane... della pizza. «Il ricorso dei due ristoratori è stato respinto e il Fisco ha vinto il contenzioso». Agenzia delle Entrate torna oggi sulla vicenda dei fratelli Furlan, ristoratori nelle province di Padova e Venezia, oltre che soci in affari. Il Fisco afferma di aver vinto il contenzioso: «La Commissione tributaria ha riconosciuto la validità dei nostri accertamenti, salvo una lievissima riduzione (8%) dei ricavi definiti induttivamente dall'ufficio (in totale 296mila euro, ndr)». Per questo le sanzioni ai due ristoratori ammontano ora a ben 360mila euro sui redditi dell'anno 2007 accertati dall'Agenzia nel 2011.




I due fratelli avevano fatto ricorso con l'avv. Federico Veneri, legale di Dolo, contestando la correttezza del calcolo dei maggiori ricavi e la legittimità di un accertamento induttivo (sulla quantità di farina per pizze acquistata) in presenza di scritture contabili corrette. In pratica la farina utilizzata non poteva essere per sole 10mila pizze, ma per almeno 37mila, da qui i maggiori ricavi per una somma di 296mila euro e la relativa maxi sanzione.



Mauro Furlan, 51 anni, da 25 titolare del pub al Pioniere di Borgoricco, e del ristoranteKalispera di Dolo (Venezia), aveva provato a contestare il sistema di accertamento dell'Agenzia e chiedeva un milione di euro di danni agli ispettori. Anche questo ricorso è stato respinto in sede civile.



La contestazione gli era stata mossa pur avendo gli accertatori constatato che la contabilità dell'imprenditore era in perfetto ordine, in linea con gli studi di settore e senza nessuna irregolarità, spiegava il legale. . «L'Agenzia utilizza parametri non affidabili per evidenziare redditi superiori e non pochi titolari di imprese - dichiarava Furlan - si sono trovati sull'orlo della disperazione. Ho deciso di ribellarmi al sistema per senso di responsabilità per le 40 famiglie dei miei dipendenti che per 30 anni mi hanno dato fiducia».



Gli accertatori del Fisco hanno dunque dimostrato di aver operato correttamente e ora per l'imprenditore si tratta di ricorrere ancora o pagare le tasse su quei 296mila euro in più.
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Il Gazzettino