Nuovo ospedale, nell'area prescelta spunta una necropoli paleoveneta

Nuovo ospedale, nell'area prescelta spunta una necropoli paleoveneta
PADOVA - L’anno scorso Padova ha dedicato loro anche una mostra: ai Paleoveneti, nostri antenati di circa 2.600 anni fa. A Padova, "città d’acque", si insediarono e...

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PADOVA - L’anno scorso Padova ha dedicato loro anche una mostra: ai Paleoveneti, nostri antenati di circa 2.600 anni fa. A Padova, "città d’acque", si insediarono e seppellirono i loro morti, specialmente vicino ai fiumi. Ed è proprio una necropoli paleoveneta la prima amara scoperta sul sito scelto dal Comune per ospitare il nuovo policlinico universitario.




Un’opera molto discussa e che il sindaco ha indicato nell’area tra due fiumi, il Piovego e il Roncajette, in un luogo distante appena seicento metri dall’ospedale attuale. In questa zona ci sono attualmente uffici e depositi dell’AcegasAps (la società di servizi padovana) che insistono su terreno comunale, e i campi sportivi dell’associazione universitaria Cus, su proprietà dell’Ateneo. Il Bo conosce il posto. I primi scavi avvennero nel 1975, alla costruzione degli impianti sportivi. Poi proseguirono catalogando 132 tombe dell’età del bronzo, solo una piccola parte trasferita.



L’area, insomma, resta cerchiata di rosso. Ora, è vero che la Regione che deve finanziare il nuovo policlinico da mille posti (già 150 milioni previsti a bilancio) non ha ancora dichiarato il suo interesse definitivo per l’area e i soggetti interessati non hanno firmato accordi. Però qualsiasi cosa si faccia in quella zona bisognerà ottenere il via libera dalla Sovrintendenza. Quindi scavare trincee alte almeno due metri per isolare le tombe, studiare i reperti, ed eventualmente trasferirli. A meno che non si usi la tecnica della valorizzazione: una bella lastra sopra e la classica legenda a fianco. Il sindaco Bitonci è sicuro. «Non sarà questo problema a fermarci, basta chiedere una deroga». Insomma non sarà questo che bloccherà il progetto del nuovo ospedale, ma certamente potrebbe rallentare, almeno all’inizio, lo stato dei cantieri.



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Il Gazzettino