«Allarme social, troppe chat notturne per i nostri ragazzini»

«Allarme social, troppe chat notturne per i nostri ragazzini»
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PADOVA - «Il 35 per cento degli adolescenti tra 15 e 21 anni non ha ancora stabilito che cosa essere sessualmente. Metà dei bimbi che riceviamo in cura per i problemi con la tecnologia sotto le lenzuola continuano a trafficare col cellulare fino alle due o tre di notte. La procreazione medica assistita sta cambiando individui e società: diventare genitori a 40 anni, specialmente con la procreazione medica assistita (raramente le coppie dicono che un figlio è nato così) è una rivoluzione del modo di vivere collettivo che ancora non abbiamo ben studiato e capito. Graziella Fava Vizziello è una pioniera: ha 80 anni da 60 anni studia la psiche di bimbi e adolescenti , docente di Psicopatologia dello sviluppo alle Università di Padova e di Milano Bicocca, esperienze in mezzo mondo.

 
Un vero maestro del mondo dell'adolescenza anche se dice non conosciamo mai a fondo un essere umano. E ha titolato l'ultimo dei sui numerosi libri fatto con una ventina di colleghi Psicoterapie nella vertigine del cambiamento. Tra concepimento senza sesso, migrazioni permanenti e sconosciuto potere tecnologico.
Nelle aule sempre più bimbi con disturbi specifici dell'apprendimento.
«Il problema non è mai il bimbo solo, ma lui nel suo ambiente. Quanti successi dal 1977 ottenuti con bravi insegnanti quando i bimbi difficili sono inseriti nelle classe normali. Anche l'Onu, dal 1980, dice che per mandare avanti bimbi gravemente malati servono gruppi di famiglie. Si ottiene molto di più così e lavorando sulle emozioni: Padova ha una storia di avanguardia in questo».
Un suo forte allarme è per lo sconosciuto potere tecnologico.
«Metà dei bimbi ci arrivano perché vanno a letto col telefonino e stanno svegli fino alle due di notte. Ogni nostro sforzo è per entrare nelle loro chat e capire la loro esistenza. Ho seguito per anni un bimbo psicotico che viveva il mondo delle chat e del web come parte integrante del suo essere, nessuna differenza tra realtà di vita e quella del cellulare».
Cos'è questa crisi di identità sempre più forte degli adolescenti?
«Non c'è più divisione netta maschio/femmina; e non si cercano più dei partner. Se chiedi cosa pensi che farai da grande o avrai una famiglia, ti rispondono: a 18 anni? non è ancora il momento. Anche l'identità di genere è un problema, il 35 % circa di chi ha tra 15 e 20 anni non ha ancora stabilito a che genere appartiene».
Perché la procreazione medicalmente assistita crea difficoltà sociali?
«Si programmano figli a 40 anni per stile vita; e poi c'è crescente infertilità;. Questi cambi sono enormi per il nostro vivere. Lui neonato al nido e tu 40 anni madre al lavoro: il sistema sociale è trasformato e penso che ci sarà evoluzione genetica della nostra società».
Più o meno paure di una volta in questa vita da adolescenti che ormai hanno più di vent'anni?
«Non credo che ce ne siano meno: sono più visibili. Quando ho lavorato ai servizi territoriali ci arrivavano tutte persone di classe media: oltre c'era il problema di che mangiare. Oggi il problema è sopravvivere; ma si deve anche vivere come vivono gli altri. E se è vero che tutti possono andare a scuola il nostro Nordest meraviglioso ha di fatto tagliato la scuola; perché dovevano mandare avanti le industrie».

Adriano Favaro 
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Il Gazzettino