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C’è una cintura, che stringe d’assedio il Friuli Venezia Giulia e la branca più discussa della sua sanità. Va da Belluno a Portogruaro, passando da Conegliano. È una “sfida” non dichiarata, ma ormai messa a terra, che strizza l’occhio alle future mamme, sempre più attratte dalla possibilità di far nascere i loro figli fuori regione, nel vicino Veneto che non ne vuole sapere - al momento - di tagliare i posti di Ginecologia, le sale parto e i reparti di maternità negli ospedali. Soprattutto in quelli al confine con il Friuli Venezia Giulia, che mai come oggi possono guadagnare una posizione dominante nei confronti della nostra regione.
LA MAPPA
Il punto nascita di San Vito al Tagliamento, chiuso per ragioni ormai note e spiegate a più riprese dall’assessore regionale alla Salute, Riccardo Riccardi, era il più vicino al confine con il Veneto. Ora rimane solamente il polo pordenonese, al momento forte di due diversi centri per le nascite, cioè quello del Santa Maria degli Angeli e quello del policlinico San Giorgio in convenzione. Al di là del confine regionale, invece, è in atto una corsa - tutto lecito, ovviamente - ad accaparrarsi i parti che altrimenti sarebbero geograficamente del Friuli Venezia Giulia. Una “battaglia”, quella delle nascite, che si inserisce in un contesto caratterizzato dal crollo demografico che riguarda un po’ tutta Italia ma che si fa sentire soprattutto nella nostra regione. I nuovi nati stanno diventando, usando un termine caro agli economisti, una risorsa scarsa.
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PRESE DI POSIZIONE
Intanto a San Vito è sempre polemica sulla chiusura del reparto. «È stato votato un ordine del giorno unico (dai tre presentati), frutto del lavoro di mediazione di noi di Amo San Vito e Cultura Civica - spiegano i consiglieri -. Un merito particolare va riconosciuto al capogruppo Valerio Delle Fratte che, partendo dal documento presentato dal Gruppo Misto di Federica Fogolin e Carlo Candido, ha costruito un Ordine del Giorno accettabile, senza le farneticazioni della maggioranza su ricorsi e scontri con la Giunta regionale, che chiede la riapertura del punto nascita, una conferenza dei servizi allargata e la presenza dell’assessore Riccardi a San Vito per illustrare il futuro del nostro ospedale. Bando alle ciance: se Bernava avesse 1/100 delle capacità di mediazione del capogruppo Delle Fratte, non saremmo così isolati, inutilmente rappresentati da Bernava (degno erede di Centis), capace di alzare la voce in Consiglio (dove serve solo a sembrare più convincente di quello che in realtà sia) e assolutamente passivo la’ dove invece servirebbero grinta, capacità e autorevolezza. Tutte doti che evidentemente non possiede».
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Il Gazzettino