Punto nascita chiuso, mamma e bimbo a rischio: parto d'emergenza al pronto soccorso

Pronto soccorso
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PORDENONE - Succede anche questo. Già, perchè dopo che il punto nascita di San Vito al Tagliamento è stato chiuso, l'altra notte una donna con un "parto precipitoso" (si caratterizza per l'improvvisa comparsa di contrazioni intense e ravvicinate) ha partorito al pronto soccorso dell'ospedale sanvitese. Fortunatamente è andato tutto bene, bimbo e mamma godono di ottima salute, ma resta il fatto che in caso di problematiche la questione avrebbe potuto farsi molto seria vista l'assenza di protocolli e con il punto nascita chiuso.

LA PRIMARIA
In realtà la primaria di Ostetricia - Ginecologia, la dottoressa Roberta Pinzano su questo punto è stata chiara. «Avevamo previsto la possibilità che alcune tra le donne che erano state seguito a San Vito, potessero arrivare per il parto. E così è stato. Proprio per questo abbiamo lasciato una guardia sempre attiva di notte che resterà in servizio sino alla fine del mese. L'altra sera, quando è arrivata la neo mamma si sono subito accorti che si trattava di un parto precipitoso. Dal reparto sono arrivati un ginecologo di libera professione che stava facendo la guardia attiva, con una ostetrica. È vero che il parto è stato seguito in pronto soccorso, ma in sicurezza e con gli specialisti presenti». La coppia arrivata trafelata al Pronto soccorso è di San Vito. «La mia compagna - racconta il neo papàè - ha rischiato di partorire in auto, è stato tutto velocissimo. Devo dire che abbiamo avuto un po' di paura, ma per fortuna è andato tutto bene».

IL COORDINAMENTO
« Dopo aver, giorni fa, letto la determina di sospensione del punto nascita di San Vito, con il placet dell'Assessore regionale Riccardi, causa la ridotta presenza di personale dipendente considerando che i "gettonisti" non sarebbero garanzia di sicurezza - spiegano dal Comitato di Salute pubblica Bene Comune - apprendiamo che l'altra notte è avvenuto un nuovo parto, non nel reparto di ostetricia ma in pronto soccorso. Al di là della situazione contingente e facendo i migliori auguri alla signora e a chi è nato, crediamo che purtroppo questo fatto dimostri con forza l'errore commesso con questa affrettata scelta di sospensione. Oggi è toccato a l'Ostetricia di S.Vito, domani potrebbero essere altri reparti di quell'ospedale o di altri visto che è allo studio, una "riorganizzazione" complessiva della sanità regionale di cui, a parte Riccardi e pochi altri, nessuno sa nulla».

IL CONSIGLIERE


«La risposta ricevuta dall'assessore regionale alla Sanità Riccardi alla mia interrogazione urgente sulla sospensione del Punto nascita di San Vito non mi soddisfa: nell'elencare le ragioni che hanno portato a tale scelta, si enunciano alcune questioni di sicurezza, legate al benessere delle madri e dei neonati, come l'uso del forcipe in alcuni parti, considerato obsoleto. Un metodo non certo utilizzato negli ultimi tre mesi, ma già quando in campagna elettorale il presidente Fedriga e lo stesso assessore sottolineavano l'utilità del reparto di maternità: si rassicurarono così operatori e cittadini, impegnandosi a smentire le voci di una chiusura, ma evidentemente le parole di oggi disattendono quella promessa elettorale». A parlare è Marco Putto che va avanti. «Stupisce inoltre scaricare la scelta di sospendere l'attività per ragioni meramente numeriche, ovvero la soglia dei 500 parti l'anno, dichiarando che è opportuno concentrare le nascite in pochi ospedali in modo da meglio organizzarli: curiosamente, non sono però interessati dalle operazioni di accorpamento i punti nascita di Latisana, San Daniele del Friuli e Tolmezzo, che si trovano in condizioni analoghe a San Vito. L'assessore indica di voler coinvolgere a un tavolo esperti del settore per uscire da queste secche di gestione, dovute ai gettonisti, che pare tengano in ostaggio i medici titolari, e ai neo assunti che non vogliono recarsi in ospedali con casistiche ridotte: il fatto è che questa Giunta conosce da tempo tali criticità, da ben 5 anni e mezzo, e quando San Vito chiese supporto, si è guardato altrove».
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Il Gazzettino