Omicidio a Riese. Il killer di Vanessa Ballan rimane in carcere: «Bujar Fandaj non ha dormito, è confuso e non è in grado di rendere dichiarazioni»

Il 41enne kosovaro è accusato dell'omicidio della 26enne incita del secondo figlio. Convalidato il fermo

RIESE PIO X (TREVISO) - Omicidio Riese, si è avvalso della facoltà di non rispondere Bujar Fandaj, il 41enne kosovaro accusato dell'omicidio della...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

RIESE PIO X (TREVISO) - Omicidio Riese, si è avvalso della facoltà di non rispondere Bujar Fandaj, il 41enne kosovaro accusato dell'omicidio della 26enne Vanessa Ballan. Stamattina, 21 dicembre, nel carcere trevigiano di Santa Bona dove è rinchiuso sì è svolta l'udienza di convalida di fronte al gip Carlo Colombo e al pubblico ministero Michele Permunian. Il giudice ha convalidato il fermo ma non ha ancora sciolto la riserva sulla misura cautelare.

Omicidio a Riese. Bujar Fandaj al bar per bere una birra come se niente fosse dopo aver ammazzato Vanessa. Il passaporto già in auto e l'ultimo dubbio rimasto

Le avvocatesse: «Bujar è confuso, non ha dormito»

«Bujar Fandaj è confuso, non è lucido. Non è in grado di rendere dichiarazioni. Non ha dormito, in questo momento non è possibile instaurare una comunicazione» affermano i suoi difensori, le avvocate Chiara Mazzoccato e Daria Bissoli. Le legali contestano il valore confessorio della telefonata fatta dal presunto assassino al 112 la sera stessa dell'omicidio quando era ancora ricercato. Al telefono avrebbe detto «Ho fatto una brutta cosa», promettendo che sarebbe andato a costituirsi il giorno successivo. Per gli inquirenti si tratta di un'ammissione e di un tentativo di depistare le ricerche, poi culminate nell'arresto nella sua casa di Altivole.

 

 

Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino