Omicidio di Vanessa Ballan. ​Bujar Fandaj e quel crescendo dei deliri su TikTok: «Non perdo tempo, mi libero di te»

RIESE PIO X (TREVISO) - Vanessa Ballan, così come Nicola Scapinello, conservava due date nel cuore, al punto da indicarle nella "bio" dei propri profili...

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RIESE PIO X (TREVISO) - Vanessa Ballan, così come Nicola Scapinello, conservava due date nel cuore, al punto da indicarle nella "bio" dei propri profili Instagram: la nascita del figlio nel 2019 e il giorno del fidanzamento nel 2012. Quel 16 novembre che Bujar Fandaj si era tatuato sul dorso della mano, con l'aggiunta però dell'anno 2021, nella foto postata su TikTok, accompagnata da un testo letto da una voce in francese. Molto lungo e assai inquietante, a risentirlo ora: «È finita, ti lascio tranquilla. Non ti riempirò più di messaggi, non perderò più tempo con qualcuno che non mi vuole nella sua vita. Se mi avessi veramente amato, le cose sarebbero andate in modo diverso. Non continuerò a torturarmi l'anima per capire perché ti comporti in questo modo. Cos'ho fatto per meritare un simile disprezzo? Cos'è diventato tutto quello che mi hai detto? Erano parole sincere o parole al vento per sedurmi, manipolarmi, darmi una falsa speranza? Il mio cuore ti ha creduto, ma la ragione mi dice che non sei mai stata onesta con me. Le azioni non hanno mai seguito le parole. Hai giocato con i miei sentimenti e te ne sei fregata di me. Sei tu che hai iniziato questa storia ma sono io che la chiudo. Avresti potuto essere qualcuno di molto importante nella mia vita ma non sei stata che una tappa insignificante che dimenticherò velocemente. Non ti auguro né il peggio né il meglio, non ti auguro niente di niente. Mi libero di te, giro la pagina. Fai quello che vuoi della tua vita».

I MESSAGGI DEL KILLER SU TIKTOK


Da quel momento in poi è stato un crescendo di messaggi allarmanti. Non si trattava pressoché mai di parole sue, bensì di audio altrui "appoggiate" sulla propria immagine, qualcosa a metà tra l'aforisma e la farneticazione, praticamente sempre di tono livoroso. Come il 28 novembre, quando il kosovaro si è proiettato in faccia una luce rossa che riproduceva la bandiera dell'Albania: «Mia madre mi ha cresciuto come la persona più gentile e dolce che tu abbia mai incontrato. Ma se mi manchi di rispetto, ti mostrerò perché ho il cognome di mio padre». L'ultimo post è stato pubblicato lunedì 18 dicembre, alla vigilia del femminicidio, con il 41enne che fuma e guarda dritto l'obiettivo: «Gli occhi non si sbagliano mai, gli occhi non mentono mai, gli occhi non commettono mai errori grammaticali, gli occhi hanno una dizione perfetta. Quanto parlano gli occhi? Ci dicono se sei una persona buona o cattiva. Dicono che gli occhi sono lo specchio dell'anima, io aggiungo che sono lo sguardo del cuore. Mio padre mi diceva: quando guardi le persone in faccia non abbassare mai lo sguardo, perché se abbassi lo sguardo vuol dire che hai la coscienza zozza».


A sfogliare la delirante galleria, comunque, pare di capire che l'intensificazione degli inquietanti interventi sia iniziata dopo la fine di ottobre, quando Vanessa e Nicola erano andati dai carabinieri a denunciare il piccolo imprenditore per atti persecutori. L'aria è diventata minacciosa l'8 novembre: «Ascolta, puoi farmi di tutto fino a che te lo permetto, ma c'è una cosa che non devi fare: non sottovalutarmi, mai». E poi, l'11 novembre: «Ti ho amato profondamente, con una sincerità che pensavo condivisa. Per te ero pronto a tutto, a scalare montagne, ad attraversare oceani, ma hai scelto di tradire questa fiducia». È probabile che quei vaneggiamenti fossero rivolti a Vanessa, chissà se anche a Nicola, quando il 12 novembre Bujar parlava al plurale: «Voi che pensate di avermi in pugno, io vi vedo e vi conosco, non pensate che il mio silenzio sia ignoranza».

 

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Il Gazzettino