Omicidio Coltro, 30 anni al pizzaiolo romeno Haprian. Il pm chiedeva l'ergastolo

Il pizzaiolo romeno Marius Lucius Haprian
PORDENONE -  Il pubblico ministero Monica Carraturo aveva terminato la sua requisitoria, oggi 12 febbraio, chiedendo l’ergastolo per Marius Lucian Haprian, il pizzaiolo...

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PORDENONE -  Il pubblico ministero Monica Carraturo aveva terminato la sua requisitoria, oggi 12 febbraio, chiedendo l’ergastolo per Marius Lucian Haprian, il pizzaiolo romeno che la sera del 24 settembre 2018 uccise nel boschetto del centro commerciale di Fontanafredda il sacilese Alessadro Coltro, 48 anni.  Ex legionario, laureato in Psicologia e scultore per passione, Haprian è stato ammesso al rito abbreviato. Il processo, celebrato oggi, mercoledì 12 febbraio, in Tribunale a Pordenone, davanti al gup Giorgio Cozzarini, si è concluso con la condanna a 30 anni perché non è stata riconosciuta l'aggravante della premeditazione.


A difendere Haprian ci sono gli avvocati Stefania Pattarello e Marco Marcelli. La famiglia Coltro non si è costituita parte civile. La madre della vittima è comunque presente in aula assieme alla figlia: «Chiedo giustizia - ha detto - Ho la massima fiducia nei magistrati».

LE ACCUSE
Haprian era accusato di omicidio premeditato. All’appuntamento con Coltro, che doveva portargli 15mila euro in banconote da piccolo taglio da scambiare con pezzi di grande taglio, si è presentato senza denaro e con una pistola Beretta calibro 22, matricola abrasa, silenziatore inserito e colpo in canna. Coltro si è rifiutato di consegnare il denaro, sarebbe nata una colluttazione e, quando la vittima è caduta in ginocchio, Haprian lo ha colpito in testa tre volte alla tempia. Il quarto colpo lo ha sparato alla nuca, quando Coltro era a terra, per impadronirsi della busta con il denaro. Fosse l’unico capo d’accusa, Haprian potrebbe sperare in un importante sconto di pena. Nel capo di imputazione, però, si contesta anche la rapina aggravata dall’uso delle armi e reati satellite come il porto in luogo pubblico dell’arma, la detenzione di una pistola clandestina e la ricettazione della stessa.

LA PISTOLA
L’arma del delitto è stata ritrovata il 6 ottobre 2018 a Vigonovo, sepolta in un fossato a 300 metri dall’abitazione delle sorelle Garcia, dove Haprian alloggiava. L’uomo lavorava come pizzaiolo nel loro ristorantino di Porcia, “Palo Alto”, e con Cricersa aveva un rapporto sentimentale. Le due donne hanno lasciato la gestione del locale. Hanno una nuova attività a Talponedo.

LE COIMPUTATE

Le strade processuali di Haprian e delle sorelle Garcia si è divisa. Le due donne di origine dominicana, accusate di aver eluso le indagini hanno fatto istanza di patteggiamento. La posizione più pesante è quella di Cricersa Garcia, per la quale è stata proposta una pena di due anni. Alla vigilia del processo ha reso interrogatorio fornendo precisazioni sugli spostamenti fatti la sera del delitto tra Pordenone e il centro commerciale di Fontanafredda. A bordo della Citroen azzurra c’era anche Haprian. Saranno adesso i carabinieri del Nucleo investigativo a cercare riscontri alle nuove dichiarazioni. La donna è accusa di favoreggiamento per aver accompagnato in auto Haprian sul luogo del delitto e averlo aiutato a disfarsi degli indumenti sporchi di sangue, nonchè di ricettazione, in quanto ha ricevuto da Haprian 8mila dei 15mila euro sottratti a Coltro. La sorella Cesarina Lorenzo Garcia, 30 anni, deve rispondere soltanto di favoreggiamento.
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Il Gazzettino