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CODROIPO - Affiancare la pubblica accusa per dare più forza all'azione penale nei confronti di Paolo Castellani, il 45enne codroipese che il 15 giugno scorso ha ucciso a coltellate la moglie Elisabetta Molaro, 40 anni. È la decisione presa dal direttivo dell'associazione I nostri diritti, che presieduta da Edi Sanson tutele le vittime di reato. Ieri, nel giorno in cui l'attenzione era concentrata sulle iniziative di sensibilizzazione sulla violenza contro le donne, l'associazione ha annunciato che si costituirà parte civile nel processo. L'udienza preliminare è fissata per il 20 dicembre, ma I nostri diritti, che nella fase delle indagini ha tutelato la famiglia di Elisabetta Molaro, adessso seguita dalle avvocatesse Rosi Toffano e Federica Tosel, ha già ottenuto dal gip Carlotta Silva l'autorizzazione alla visione degli atti processuali.
LE AGGRAVANTI
Quella di Castellani è stata un'azione brutale contro la madre delle sue due figlie di otto e cinque anni.
IL DELITTO
Castellani ha ucciso la moglie mentre le bambine dormivano nella stanza accanto. «Mi ha respinto - si è difeso inizialmente - e ho reagito». Un paio di mesi fa la Procura aveva disposto ulteriori accertamenti e incaricato il medico legale Lorenzo Desinan di approfondire la dinamica dell'aggressione. Una volta depositate le conclusioni del consulente il magistrato ha contestato anche l'aggravante della crudeltà, che se verrà confermata peserà sulla pena che la Corte d'assise infliggerà a Castellani. La coppia era in fase di separazione. Quella sera Betta era andata a cena con le colleghe di lavoro. Rientrata a casa poco prima di mezzanotte, è stata massacrata in camera da letto, dopo che si era coricata.
Il Gazzettino